Simona Romanò per www.leggo.it
Marijuana sì, marijuana no. Il dibattito irrompe a Palazzo Marino e il consiglio comunale apre alla legalizzazione della cannabis. Ieri sera, infatti, l’aula ha approvato dopo una lunga discussione l’ordine del giorno, che è stato promosso dal capogruppo del Pd, Filippo Barberis, con cui si chiede al sindaco e alla giunta «di attivarsi con il Parlamento e presso tutte le sedi opportune per sostenere la necessità di approvare un disegno di legge sulla legalizzazione della produzione e del consumo di cannabis e suoi derivati».
E ancora: «di reinvestire gli introiti derivanti dalla legalizzazione della cannabis in politiche di formazione e prevenzione», come avviene nei paesi dove questa sostanza è già legale. La proposta, partita dal Partito Democratico, ha ottenuto il sì di gran parte della maggioranza e, a sorpresa, anche del capogruppo di Forza Italia, Alessandro De Chirico.
PERCHÉ LA LEGALIZZAZIONE
alessandro de chirico di forza italia
Nel documento si legge che autorizzare la cannabis «porterebbe diversi benefici economici e sociali, un incremento del Pil, un aumento di entrate per le finanze pubbliche e recherebbe un danno molto importante all’economia mafiosa».
Parallelamente si vedrebbe anche «una riduzione significativa di risorse economiche ed umane investite nella lotta contro questa sostanza, un’importante riduzione della popolazione carceraria e l’emersione di una serie di comportamenti diffusissimi nella popolazione italiana, finora considerati fuorilegge, nonché l’annullamento dell’effetto ribellione», perché tutto ciò che è proibito attrae, soprattutto i giovani.
La discussione era già iniziata le scorse settimane, dopo la bocciatura da parte della corte costituzionale del referendum sulla cannabis. Barberis, deluso dalla decisione, aveva subito annunciato l’ordine del giorno perché «vorrei davvero, come sul fine vita, che il Pd si assumesse la responsabilità di un’iniziativa politica e parlamentare che non lasci cadere nel vuoto due quesiti diversi ma molto sentiti, come hanno certificato in modo inequivocabile le moltissime firme raccolte».
NO DELLA LEGA
Contraria al provvedimento l’opposizione. La leghista Deborah Giovanati chiede di ritirare l’ordine del giorno per approfondire il tema con esperti e «l’esame del capello per i consiglieri favorevoli».
Una provocazione cui risponde senza giri di parole il consigliere dem, Daniele Nahum: «Per disobbedienza civile mi fumerò una canna davanti a Palazzo Marino e poi cederò una ciocca di capelli».