L. Cat. per “la Stampa”
Gli inglesi fanno sapere a Donald Trump che non è «ospite gradito» sul suolo britannico e lui replica con la minaccia di tagliare 700 milioni di sterline di investimenti in Scozia. A innescare la guerra tra veti e moneta sonante una delle recenti uscite del tycoon che all' indomani della strage di San Bernardino ha proposto di vietare l' ingresso negli Usa a tutte le persone di religione musulmana. Non solo. Nel mirino del candidato alla nomination repubblicana per la Casa Bianca erano finiti anche gli uomini di Scotland Yard, accusati di tenersi troppo alla larga da alcune aree di Londra «perché popolate da islamisti radicali».
Troppo per i cittadini britannici, che hanno raccolto oltre 500mila firme per chiedere al Parlamento di impedirgli l'ingresso nel Paese. La questione sarà discussa a Westminister Hall il 18 gennaio. «Il Regno Unito non si piegherà ai ricatti di un miliardario dalla dubbia moralità, il denaro non può comprare il diritto di seminare odio e discordia», tuona il laburista Tulip Siddiq.
Ma il diretto interessato non si scompone e contrattacca con l' arma che gli è più familiare: il denaro, appunto. E annuncia che se Londra non tornerà sui suoi passi sarà costretto a chiudere i rubinetti alle due società di golf di sua proprietà in Scozia e a «interrompere immediatamente tutti gli investimenti attuali e futuri nel Paese».
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A quattro settimane dall' inizio delle primarie per la Casa Bianca, il magnate newyorchese è ancora in testa ai sondaggi repubblicani con il 35% dei consensi registrati nel primo sondaggio del 2016 condotto da NBC News/SurveyMonkey. «Se il governo inglese dovesse bloccare il mio viaggio a Londra lancerebbe un pessimo segnale al mondo, dimostrandosi intollerante verso il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero».