DAL PORCELLUM ALLA PORCATA! - IL RITORNO AL PROPORZIONALE FA IMBUFALIRE MARONI: E’ UNA VERA “PORCATA DECIDERE LA MAGGIORANZA DOPO IL VOTO” - DI PIETRO DENUNCIA “LA TRUFFA”, VENDOLA ATTACCA: “TORNANO AGLI ACCORDI DI PALAZZO” - ANCHE I PRODIANI CONTESTANO BERSANI: “COSÌ SPARISCE IL BIPOLARISMO” - DURISSIMO BACHELET, VICINO A ROSY BINDI: “CONSEGNANO IL PAESE A GHINO DI TACCO”…

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1- RIFORME
Jena per La Stampa: "Rimpiangeremo il Porcellum"

2- RIFORME ACCORDO ANTI PORCELLUM PROPORZIONALE E NIENTE COALIZIONI
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

ALFANO E BERSANIALFANO E BERSANI

Due ore di vertice con i leader della maggioranza. Alla fine, arriva l´impegno di Pdl, Pd e Terzo polo allo sprint per una nuova legge elettorale e piccole riforme costituzionali. Tra due settimane ci sarà un emendamento firmato dai partiti che sostengono il governo Monti per le modifiche alla Costituzione e in parallelo una proposta di legge per cancellare il Porcellum.

PIERFERDINANDO CASINIPIERFERDINANDO CASINI

Questo secondo "treno" naturalmente può avere tempi più brevi perché non ha bisogno della doppia lettura. Giorgio Napolitano applaude: «Con vivo apprezzamento - dice - accolgo la decisione delle forze politiche di procedere senza indugio» al cambiamento delle regole.

Nasce così la Terza repubblica? Per certi versi, è un ritorno alla Prima nel rispetto della tesi (copyright Pier Ferdinando Casini) che abbiamo vissuto in un "bipolarismo malato" gli ultimi 17 anni. C´è un ritorno al proporzionale, i parlamentari verranno eletti attraverso collegi uninominali e non più nominati, sparisce il premio di maggioranza e verrà sostituito da un premio più piccolo di governabilità per cui il partito che vince diventerà il baricentro di un´alleanza.

Ma soprattutto viene eliminato l´obbligo di coalizione. Significa che la sera dei risultati elettorali non sapremo subito quale tipo di governo andrà a Palazzo Chigi. In teoria conosceremo chi sarà il premier perché è prevista la sua indicazione sulla scheda elettorale. Più partiti hanno la possibilità di fare lo stesso nome per la guida dell´esecutivo.

ANTONIO DI PIETROANTONIO DI PIETRO NICHI VENDOLANICHI VENDOLA

Ma hanno anche l´occasione di correre ognuno con il proprio leader e scegliere successivamente il presidente del Consiglio visto che l´indicazione è solo politica ma non vincolante. In sostanza, l´ipotesi della Grande coalizione anche dopo il voto del 2013 e di un Monti bis, con questo sistema viene legittimata se non addirittura favorita. La soglia di sbarramento sarà intorno al 4-5 per cento con diritto di tribuna per chi rimane sotto.

Le riforme costituzionali prevedono la riduzione del numero dei parlamentari a 750 (500 alla Camera e 250 al Senato), il voto ai 18enni anche per Palazzo Madama, il rafforzamento dei poteri del premier, l´avvio di un iter per superare il bicameralismo perfetto. Il percorso sarà molto difficile. Lo si capisce dalle prime reazioni negative. Roberto Maroni definisce una vera «porcata decidere la maggioranza dopo il voto». L´Idv denuncia «la truffa», Sinistra e libertà attacca: «Tornano agli accordi di Palazzo».

Poi vanno registrate le voci contrarie dentro i partiti di maggioranza. I prodiani contestano Bersani: «Non è questo il modello proposto dal segretario. Così sparisce il bipolarismo». Durissimo Giovanni Bachelet, vicino a Rosy Bindi: «Consegnano il Paese a Ghino di Tacco», dice il deputato Pd riferendosi al potere d´interdizione che ebbe il Psi di Craxi.

ROSY BINDIROSY BINDI zrif02 romano prodizrif02 romano prodi

Nel Pdl si ribellano gli ex An: «Per un simile accordo bisogno riunire gli organismi dirigenti», avverte Matteoli. Ma i leader difendono l´intesa. Casini, che oggi è il vincitore, dice: «Abbiamo battuto un colpo». Bersani sottolinea il risultato vero: «Siamo d´accordo sulla cancellazione del Porcellum». Alfano rivendica «l´esito positivo del vertice». Enrico Letta e Gaetano Quagliariello fanno notare gli effetti sulla tenuta del governo Monti. «Spazzate via le nuvole, le elezioni anticipate non sono più sul tavolo», dice il vicecapogruppo del Pdl. E il vicesegretario Pd: «Ora non ci sono più alibi, bisogna andare fino in fondo».

 

 

 

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