PREVENIRE È MEGLIO CHE AFFONDARE - IL FONDO MONETARIO PREPARA UN PIANO PER SALVARE, IN CASO DI “GREXIT”, GLI ISTITUTI DI CREDITO IN BULGARIA, ROMANIA, ALBANIA E SERBIA CHE HANNO TRA GLI AZIONISTI LE BANCHE ELLENICHE

Il Fondo monetario sta anche cercando, nel quadro del piano di emergenza, di assicurarsi che le banche straniere con partecipazione greca possano far fronte, attraversi prestiti delle loro banche centrali, a un improvviso blocco dei flussi creditizi con le holding di Atene… -

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Arturo Zampaglione per “la Repubblica”

 

varoufakis lagarde varoufakis lagarde

Anche se tre quarti dei greci non vogliono abbandonare l’euro e se c’è solo una possibilità su quattro che ciò avvenga, secondo quanto dice l’ultimo sondaggio della Reuters tra gli analisti di Wall Street, i contraccolpi del “Grexit”, cioè dell’uscita di Atene dall’eurozona, sarebbero così pesanti da indurre il Fmi (Fondo monetario internazionale) a preparare segretamente un piano di emergenza e a coinvolgere già i paesi limitrofi.

 

fondo monetario internazionale fondo monetario internazionale

«Nell’attuale situazione chiunque ha un ruolo politico sarebbe folle a non preoccuparsi », ha dichiarato Jörg Decressin, numero due del dipartimento economico del Fondo, spiegando in una intervista al Wall Street Journal alcune misure che l’organismo washingtoniano ha già preso o intende adottare nei prossimi giorni. L’obiettivo: evitare che istituti di credito in Bulgaria, Romania, Albania e Serbia, dove le banche greche hanno una partecipazione azionaria significativa, possano essere presi d’assalto dai correntisti e sprofondare, aggravando così la crisi.

 

Finora né Christine Lagarde, direttore esecutivo del Fmi, né i suoi più stretti collaboratori, avevano mai accennato alla possibilità di un default di Atene o del divorzio con la Ue: forse per non dare credito a uno scenario che avrebbe conseguenze pesanti sull’Europa e sugli equilibri monetari internazionali.

 

merkel tsipras merkel tsipras

L’ultima rivelazione sul piano di emergenza del Fondo è quindi un implicito riconoscimento delle difficoltà dei negoziati con la Ue e con i creditori internazionali del governo guidato da Alexis Tsipras, vincitore delle elezioni di gennaio, e in particolare del suo ministro delle finanze Yanis Varoufakis. Difficoltà, queste, che ieri hanno avuto ripercussioni su tutti i mercati azionali mondiali, da Londra a Wall Street, e che hanno provocato un aumento dei tassi non solo dei bond greci (20,8 per cento), ma anche di quelli dell’Italia, Spagna e Portogallo, cioè dei paesi del Sud Est europei considerati più vulnerabili al contagio.

 

Le banche greche hanno un ruolo importante, e spesso sottovalutato, nei Balcani. In particolare si calcola che in Bulgaria quatto istituti di credito ellenici, la National Bank of Greece, la Alpha Bank, la Pireus Bank e la Eurobank Ergasias, controllino il 22 per cento degli asset bancari complessivi. Gli stessi istituti sono molto attivi anche in Romania, Albania e Serbia.

 

grecia UN UOMO SI E DATO FUOCO DAVANTI ALLA BANCA A SALONICCO grecia UN UOMO SI E DATO FUOCO DAVANTI ALLA BANCA A SALONICCO

«Abbiamo quindi aperto un confronto con le autorità di vigilanza di tutti questi paesi per sollecitare alcune misure cautelative«, spiega Decressin del Fondo monetario. Il suo timore? Che qualsiasi passo di rottura di Atene o persino le voci su un imminente “Grexit”, possano scatenare il panico tra i correntisti di banche straniere con partecipazione azionaria ellenica.

 

Non è affatto una preoccupazione irragionevole: nel giugno dell’anno scorso furono sufficienti alcune notizie diffusesi in Bulgaria sui problemi che attraversava il maggior azionista della Corporate commercial bank, per causare un ritiro massiccio dei depositi e costringere il governo di Sofia a intervenire direttamente.

 

In quel caso il fondo pubblico di assicurazione dei depositi bancari si rivelò insufficiente, tanto che il governo della Bulgaria ha poi provveduto a rafforzarlo. Ed è proprio quello che chiede di fare ora il Fondo monetario in via preventiva: invitando i paesi vicini alla Grecia con cui ci sono maggiori intrecci bancari e finanziari a potenziare i fondi assicurativi, in modo che siano in grado di reggere l’impatto. Secondo Decressin, anche in banche sane e con i conti in ordine, le vicende greche potrebbero determinare effetti psicologi dannosi.

 

NATIONAL BANK GREECE NATIONAL BANK GREECE

Il Fondo monetario sta anche cercando, nel quadro del piano di emergenza, di assicurarsi che le banche straniere con partecipazione greca possano far fronte, attraversi prestiti delle loro banche centrali, a un improvviso blocco dei flussi creditizi con le holding di Atene.

 

In teoria non dovrebbe essere difficile, anche perché in Bulgaria e in altri paesi non si tratta di succursali di banche greche, ma di consociate vere e proprie, che hanno quindi una autonomia giuridica, hanno riserve autonome e un legame diretto con le banche centrali. Nel complesso non soffrono neanche di problemi di liquidità e, in teoria, se la situazione greca dovesse precipitare, potrebbero anche scindere il legame con Atene. «Ma invitiamo tutte le autorità centrali a non abbassare la guardia», ricorda Decressin.

 

 

 

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