Francesco Bechis per www.formiche.net
ALEKSANDR LUKASHENKO VLADIMIR PUTIN 1
Immaginatevi un aereo che parte da Roma, Francoforte o Parigi, diretto a Pechino o Tokyo e per arrivare a destinazione può solo passare dal Polo Nord o dall’Oceano Indiano. Non è fantascienza ma quello che potrebbe succedere di qui a poche ore.
A tre giorni dal blocco dei voli Ue sulla Bielorussia, dopo il dirottamento di un aereo Ryanair su ordine di Alexander Lukashenko per arrestare un blogger dissidente, il presidente russo Vladimir Putin è sceso in campo. O meglio, è salito.
La Russia è pronta a bloccare il transito degli aerei di compagnie europee nei suoi cieli in risposta alle sanzioni contro Minsk. A lanciare la notizia, confermata anche dall’agenzia governativa russa Interfax, è uno dei pochi media bielorussi rimasti indipendenti, Tut.by: il Cremlino negherà il passaggio di qualsiasi aereo europeo finché l’Ue non permetterà alle sue compagnie di sfrecciare sopra la testa di Lukashenko.
Ci sono già le due prime vittime illustri: AirFrance e Austrian. Che questa mattina si sono trovate costrette a cancellare due voli per Mosca, da Parigi e da Vienna. Siamo alla vigilia di una guerra degli aeroporti?
Secondo Andrea Giuricin, research fellow dell’Istituto Bruno Leoni ed esperto di aviazione, non è da escludere lo scenario peggiore. “Quello di una nuova Guerra Fredda dei cieli fra Europa e Russia, con un’escalation difficile da fermare. Se l’Ue risponde a Mosca con un blocco del transito aereo, di fatto si ferma il traffico internazionale. Uno stop che può avere un impatto economico devastante”.
Sarebbe comunque la Russia, però, a pagare il prezzo più alto. “Ha più da perdere, l’Ue è un partner commerciale fondamentale per i russi più di quanto non sia vero il contrario”. All-in o solo bluff, poco cambia. Quella di Putin è una partita a poker pericolosissima. Chiudere i cieli ai voli europei significa dare un colpo letale a un’economia già gravemente vessata dalla pandemia. Che, numeri alla mano, ha tagliato con l’accetta il traffico aereo mondiale.
A dire il vero la Russia, a leggere l’ultimo report della Iata, l’associazione mondiale delle compagnie aeree, ne sta uscendo meglio di altri. In agosto, nel pieno della crisi, le compagnie russe incassavano già un +3,8% di passeggeri-km rispetto allo stesso periodo nel 2019. Complice “la riduzione delle tariffe insieme a un boom nel turismo domestico”.
il volo ryanair dirottato a minsk
Adesso quei progressi possono essere spazzati via in un attimo. E il contraccolpo economico non sarebbe da poco. “Qualsiasi volo europeo diretto in Cina passa per lo spazio aereo russo. Il transito comporta una tassa per coprire le spese delle torri di controllo e di un’eventuale assistenza”, prosegue Giuricin. Per lo stesso principio, da tre giorni le casse della Bielorussia piangono lacrime amare: con il blocco aereo Ue è scomparsa infatti anche la fee pagata per ogni transito aereo, quasi 500 euro.
ALEKSANDR LUKASHENKO VLADIMIR PUTIN
Che succede adesso? “Se il blocco dovesse continuare, e non penso convenga a nessuno, bisognerebbe trovare altre rotte per raggiungere l’Asia. Passare dalla Turchia, dall’Azerbaijan o Paesi contigui. Si allunga di molto e i costi possono essere proibitivi”. Altrimenti? “Altrimenti c’è la rotta polare, o quel che resta fuori dallo spazio aereo russo. Ma anche qui i costi per il carburante sono immensi”.
Per il momento Mosca ha lanciato un sasso, ma ha già nascosto la mano. Una fonte governativa sentita da Interfax ha spiegato che il blocco dei voli fra Francia e Russia è dovuto a restrizioni per il Covid. Da parte sua il portavoce di Putin Dimitri Peskov non smentisce, fa spallucce: “L’amministrazione presidenziale non è coinvolta nel controllo del traffico aereo”.
il volo ryanair dirottato a minsk