QUANDO OBAMA UCCISE OSAMA – IL GIORNALE AMERICANO “WASHINGTON POST” HA SCODELLATO DELLE FOTO INEDITE DEL GIORNO IN CUI IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI SEGUÌ LA MISSIONE DEI NAVY SEAL CHE PORTÒ ALLA MORTE DEL LEADER DI AL QAEDA IN PAKISTAN – ERA IL 1 MAGGIO 2011. LA SCUSA CHE LE PERSONE CHE DOVEVANO SEGUIRE LA MISSIONE SEGNARONO IN AGENDA PER TENERE IL TUTTO TOP SECRET: “INCONTRO MICKEY MOUSE”

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Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per www.corriere.it

 

barack obama il giorno dell'uccisione di osama bin laden 3 barack obama il giorno dell'uccisione di osama bin laden 3

Il Washington Post ha ottenuto 900 foto, molte delle quali inedite, dei momenti in cui il presidente Obama e il suo staff alla Casa Bianca assistettero al raid che uccise Osama bin Laden in Pakistan il 1° maggio 2011. Sono state consegnate al giornale dalla Obama Presidential Library sulla base di una richiesta basata sul Freedom Information Act.

 

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La Casa Bianca cancellò i tour dei visitatori, inclusi quelli delle celebrità che avevano viaggiato fino a Washington DC in coincidenza con la Cena annuale dei corrispondenti della Casa Bianca. Tutti gli incontri relativi al raid furono registrati nell’agenda della Casa Bianca come «Incontro Mickey Mouse».

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La foto famosa è quella già pubblicata in passato che mostra Obama, circondato dal suo staff, inclusi Tom Donilon, consigliere per la sicurezza nazionale, il segretario della Difesa Robert Gates, l’homeland security adviser John Brennan e la segretaria di Stato Hillary Clinton insieme al vicepresidente Joe Biden nella situation room. E’ evidente la «prevedibile tensione» nella stanza, descritta poi successivamente dallo stesso Obama.

 

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Incapaci di concentrarsi su qualunque altra cosa, nell’attesa il presidente e il suo staff giocarono a carte nello Studio Ovale. Alle 3:30 del pomeriggio, il direttore della Cia Leon Panetta annunciò che gli elicotteri erano vicini al compound di Osama. Le foto storiche sono state scattate da Pete Souza, il fotografo ufficiale della Casa Bianca, che era schiacciato «con il culo contro una stampante», come raccontò lui stesso in un suo libro. […]

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