1 – LA FRONDA DEI RIBELLI REPUBBLICANI CHE SOGNANO DI SCARICARE TRUMP
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
Ma se alla fine fosse proprio il Partito repubblicano a scaricare Trump? D’accordo, in questo momento sembra fantascienza, perché tutti i sondaggi confermano l’inevitabilità della sua nomination alle presidenziali del prossimo anno. I mal di pancia però ci sono, iniziano a manifestarsi in pubblico, e anche se sono pochi e timidi […]
L’ex presidente ha annunciato che non parteciperà al primo dibattito repubblicano di domani a Milwaukee, e forse anche ai successivi, perché gli elettori lo conoscono, è in netto vantaggio e non ha interesse a dare ai rivali un’occasione per recuperare. Si capisce, è una logica seguita in passato da altri candidati, ma è comunque un pugno nella pancia del Gop: Donald in sostanza dice che il partito è lui e farà come gli pare.
Nel 2016 i repubblicani avevano accettato di firmare questo faustiano patto col diavolo, un po’ perché non avevano alternative, in quanto i voti li aveva lui, e un po’ perché il desiderio di fermare Hillary Clinton era prioritario. Poi hanno visto che il patto includeva la cancellazione della democrazia più antica del mondo moderno, assalto al Congresso incluso, ma neanche questo è bastato a convincerli che non possono sottoscriverlo di nuovo adesso.
Il problema però è pratico, perché con Trump il Gop ha perso le ultime tre elezioni, midterm 2018, presidenziali 2020 e midterm 2022,e ora rischia di perdere la quarta. Questo è il motivo per cui il senatore della Louisiana Bill Cassidy si è azzardato a dire alla Cnn che Donald dovrebbe ritirarsi: «Perderà con Biden, se guardi ai sondaggi attuali. E l’incriminazione per i documenti segreti è un caso facile per la condanna».
[…] Il governatore del New Hampshire Chris Sununu, erede di una dinastia repubblicana tradizionale, sul New York Times si è azzardato a scrivere come Trump potrebbe essere battuto alle primarie: «Il 30% del nostro elettorato è fermamente in suo favore, ma il 60% è aperto ad altri candidati. Se dopo l’Iowa gli avversari si ridurranno a tre o quattro, sarà possibile fermarlo in New Hampshire».
L’ultimo rilevamento pubblicato a Des Moines lo dà avanti di 23 punti su Ron DeSantis, ma la specialista locale Ann Selzer dice che le distanze sono più ravvicinate, perché l’uso delle seconde scelte nei caucus potrebbe spingere i rivali. Uno studio pubblicato dall’ Atlantic arriva a sostenere che in realtà le incriminazioni non hanno aiutato Trump come sembra tra i repubblicani, perché i sondaggisti hanno posto le domande sbagliate. […]
2 – TRUMP STRACCIA I RIVALI MA PAGA LA CAUZIONE PER EVITARE IL CARCERE
Estratto dell’articolo di Valerio Robecco per “il Giornale”
I guai giudiziari non scalfiscono la popolarità di Donald Trump tra gli elettori repubblicani. L'ex presidente americano vola nei sondaggi e intanto ha accettato una cauzione da 200mila dollari e altre condizioni per il suo rilascio dopo che i suoi avvocati - secondo la Cnn - si sono incontrati ieri con l'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, in seguito all'incriminazione nell'inchiesta sugli sforzi per sovvertire i risultati delle presidenziali 2020 nello stato.
Inoltre, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi Trump conferma che salterà il primo dibattito fra i candidati Gop alla Casa Bianca in calendario domani sera a Milwaukee, in Wisconsin. «Il pubblico sa chi sono e sa del successo della mia presidenza. Per questo non farò i dibattiti», ha scritto il tycoon sul suo social Truth.
[…] In ogni caso la strategia dell'ex presidente è più articolata perché non si limiterà a saltare il primo dibattito, ma ha rilasciato un'intervista a Tucker Carlson, ex conduttore di Fox, che sarà pubblicata proprio nei giorni del confronto da Milwaukee.
Confronto dove le vicende giudiziarie che riguardano l'ex inquilino della Casa Bianca saranno comunque al centro dell'attenzione: come ha riferito il Washington Post, i moderatori di Fox News Bret Baier e Martha MacCallum hanno già fatto sapere che intendono porre domande agli altri candidati repubblicani in merito.
murales donald trump e joe biden che si baciano - tijuana - messico
Ad ora solo otto dei dodici aspiranti alla presidenza nelle file Gop hanno raggiunto i numeri necessari a partecipare, ovvero l'1% di gradimento in almeno tre sondaggi nazionali e donazioni da 40mila persone, con almeno 200 contributi in 20 o più stati. Sono - oltre a Trump, ovviamente - il governatore della Florida Ron De Santis (la cui stella sembra essersi già un po' appannata), l'ex governatore del New Jersey Chris Christie, il governatore del North Dakota Doug Burgum, l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, l'ex vice presidente Mike Pence, l'imprenditore Vivek Ramaswamy e il senatore del South Carolina Tim Scott. […]
Gli sfidanti del tycoon, comunque, ad ora si dividono una limitata frangia di elettori conservatori anti-Trump, visto che stando all'ultimo sondaggio di Cbs e YouGov, l'ex presidente raccoglie il 62% delle preferenze fra i repubblicani: l'avversario che più gli si avvicina è DeSantis, ma con solo il 16%, mentre l'ex vicepresidente Pence ha il 5% e il senatore Scott il 3%.
donald trump a washington per la terza incriminazione
E un'altra proiezione riferita all'Iowa (lo stato dove inizieranno le primarie repubblicane) elaborata dal quotidiano locale Des Moines Register, mostra che Trump è avanti del 23% rispetto a DeSantis, guidando col 42% delle preferenze la schiera dei candidati Gop. Il governatore della Florida invece è al 19%, Tim Scott al 9%, l'ex governatrice della South Carolina Haley e Pence al 6%, l'ex governatore del New Jersey Christie al 5% e Ramaswamy al 4%.
sostenitori di donald trump a washington contestatori di trump