Da open.online
Come spiegato da diversi esperti, il porto di Piombino è l’unico in Italia in grado di rendere operativa una nave rigassificatrice già dalla primavera del 2023. Giorgia Meloni, anche se con l’indeterminatezza di una frase ipotetica, ha dichiarato: «Sì al rigassificatore a Piombino solo se non ci sono alternative».
E le alternative, appunto, non ci sono. La leader di Fratelli d’Italia, allora, dovrà fare i conti con un esponente del suo stesso partito. Francesco Ferrari, sindaco della città portuale, continua a ribadire la sua contrarietà all’opera. «Sono abituato a guardare i provvedimenti, analizzarli insieme ai legali, ai consulenti tecnici e valutare anche l’eventualità di ricorsi all’autorità giudiziaria. È un ipotesi verosimile che non scartiamo». Il primo cittadino ha anche accusato Snam – il principale operatore nel trasporto e nello stoccaggio di gas -, di avere fornito una documentazione «totalmente inattendibile. Ci sono grandi mancanze e contraddizioni».
Di parere contrapposto, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. «Ci sono tutti i presupposti per andare avanti», ha dichiarato il governatore del Pd al termine della prima riunione della Conferenza dei servizi sul rigassificatore di Piombino. «Abbiamo discusso di tanti argomenti, dal modo in cui la nave verrà a posizionarsi, al percorso che seguirà il gasdotto dalla punta della nave fino alla rete del gas nazionale, per otto chilometri. Abbiamo avuto il parere e le opinioni per le caratteristiche della nave, anche per il suo colore: la soprintendenza è entrata direttamente nel merito – ha spiegato Giani -. L’unico “no” netto è stato quello del Comune di Piombino, a fronte di oltre 30 enti» che prendono parte alla Conferenza dei servizi.