Antonio Bravetti per la Stampa
A fine giornata, a rompere il silenzio imbarazzato di Articolo Uno, arriva Arturo Scotto, netto: «Il Qatar è un Paese dove i diritti umani non sono rispettati. Prima ancora che sul piano giudiziario - dice a La Stampa il coordinatore del partito - il punto è politico. Noi siamo con i lavoratori, non con gli emiri miliardari».
L'arresto di Antonio Panzeri, l'ex eurodeputato di Pd e Articolo 1 accusato di corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere, scuote il partito di Roberto Speranza.
Il segretario tace, così come Pier Luigi Bersani e Sergio Cofferati. Anche nel Pd c'è poca voglia di commentare. Sbotta Andrea Orlando su Twitter: «Diciamola tutta, garantismo a parte, se fosse vera anche la metà dell'affaire Qatar-Europarlamento, saremmo già allo schifo assoluto. Scambiare i diritti fondamentali dei lavoratori con soldi e regali dei signori feudali del Qatar è tradimento totale dei valori democratici».
Eppure Panzeri, racconta un suo ex collega all'Europarlamento, era un uomo potente: «Tra i 10-15 deputati che contavano davvero. Aveva rapporti fortissimi con l'Africa, stava più lì che a Bruxelles.
Soprattutto il Maghreb: in Marocco e Tunisia era di casa. Le pareti del suo ufficio erano piene di foto con re e principi».
Articolo Uno intanto lo sospende. In una nota il partito esterna «sconcerto per quanto sta emergendo» in «una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico». Scotto ricorda che l'ex eurodeputato «da tempo non ricopre ruoli operativi» e sospenderlo è «una decisione a tutela della nostra organizzazione politica». Poi, sottolinea: «Noi viviamo con i soldi degli iscritti, con il contributo del 2 per mille e con i versamenti degli eletti a tutti i livelli. Questa è la nostra garanzia di libertà da qualsiasi condizionamento». Il centrodestra, ovviamente, affonda il colpo: la Lega chiede una commissione d'inchiesta all'Europarlamento e Susanna Ceccardi parla di «vergognosa ipocrisia della sinistra».
Caso vuole che l'arresto di Panzeri coincida con il lavoro che in questi giorni sta portando avanti Massimo D'Alema come consulente privato.
L'ex premier sarebbe il tramite tra il governo italiano e un gruppo di investitori del Qatar pronti a rilevare la raffineria della russa Lukoil a Priolo. Una coincidenza temporale che spinge Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, a una critica amara: «A proposito di Qatar, una nota a margine. Non c'entra con la vicenda a dir poco orribile dell'Europarlamento, ma vedere ex leader della sinistra fare i lobbisti in grandi affari internazionali non è solo triste, dice molto sul perché le persone non si fidano, non ci credono più». Chi ha condiviso gli anni di Bruxelles con Panzeri ne parla dietro anonimato come di «un parlamentare potente, non uno sprovveduto».
Mai sopra le righe: «Un taccagno esagerato, non buttava soldi, né per vestiti né per locali». Lo ricordano amico di Gianni Pittella e Andrea Cozzolino. Raccontano di un rapporto con Massimo D'Alema che si è molto affievolito negli anni «e poi Antonio non ha bisogno di una casacca per girare, ha la sua. Non è "dalemiano", è sempre stato un "panzeriano"». -
antonio panzeri 4 Massimo D' Alema al timone di comando del Baltic 51 Icarus - 1998 antonio panzeri 5