Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per www.repubblica.it
L’Unione forze identitarie aveva una scala gerarchica ben definita. E cellule in tutta Italia. Poi armi, campi di addestramento, metodi per il reclutamento e l’indottrinamento realizzato anche grazie a opuscoli suddivisi in 50 lezioni.
C’era anche un programma per una «società nuova» dove «malformati, deformi, stupri da allogeni, gay, down, meticci, figli di oppositori politici, gemelli siamesi et similia» verranno «abortiti». Volevano fare la «rivoluzione», imporre un proprio «governo», ma nel 2021 sono scattati arresti e poi processi in diverse città d’Italia.
Anche a Roma, dove ieri quattro persone dell’associazione terroristica sono state rinviate a giudizio mentre altre 4 hanno patteggiato pene che vanno da 1 anno e 10 mesi a 2 anni di carcere.
Tra loro c’è anche Federico Piazza, consigliere comunale di Zola Predosa in quota Fratelli D’Italia. Si tratta del 23enne bolognese che lo scorso giugno è stato aggredito perché indossava una maglietta del Fuan, l’associazione giovanile che si è evoluta in Azione Universitaria, nella rete del partito di Giorgia Meloni.
Dal ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al vice ministro alle infrastrutture, Galeazzo Bignami: in molti dopo il pestaggio avevano espresso la solidarietà al militante vittime dell’intolleranza politica contro chi aveva «il diritto di esprimere il proprio pensiero e la propria appartenenza politica».
Nessuno di loro sapeva che in realtà Piazza da anni era indagato proprio per aver fatto parte di un’associazione che faceva dell’intolleranza la propria bandiera: «Sarà un mondo migliore, gli stupri se fatti da europei verrà effettuato il parto e poi alla madre verrà tolto il figlio se non vorrà tenerlo verrà affidato alle cure dello Stato», recita il manifesto di quella che il pm Erminio Amelio definisce come un’associazione «di natura ideologica neonazista, marcatamente xenofoba, connotata da antisemitismo, incitamento all’odio razziale o etnico, avente nel suo programma la diffusione di una efferata propaganda negazionista della Shoah, dei crimini di genocidio e di crimini di guerra».
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