Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”
Una torta di compleanno nell'ufficio di gabinetto - Cabinet Room 10, per l'esattezza - un bicchiere di champagne, le note di Happy Birthday. Era una festa? Per la Metropolitan Police sì, un party in piena violazione delle restrizioni anti Covid che quel giorno, il 19 giugno 2020, vietavano al paese gli assembramenti al chiuso. Boris Johnson ha ricevuto una multa da 100 sterline: è l'unico primo ministro in carica nella storia del Regno Unito a essere punito per aver infranto la legge.
Assieme a lui sono stati multati il cancelliere Rishi Sunak, diverse decine di dipendenti pubblici e la compagna (oggi moglie) del premier, Carrie. Per il primo ministro la situazione si fa particolarmente delicata: Johnson si era dichiarato innocente in parlamento, dicendo di non essere al corrente di nessuna festa e insistendo che a Downing Street durante la pandemia le regole erano state seguite alla lettera: tutte affermazioni che ora sembrano indifendibili.
Per il leader dei laburisti Keir Starmer la situazione è chiara: «Il Regno Unito merita di meglio. Johnson e Sunak hanno infranto regole che loro stessi avevano scritto. Hanno mentito alla Camera dei Comuni e al paese. Devono dimettersi».
In serata il premier ha precisato di aver già pagato la sua multa, come la moglie, e di comprendere la rabbia del Paese, soprattutto di chi durante la pandemia hanno perso persone care. Johnson ha aggiunto che il suo 56esimo compleanno - poche settimane dopo aver rischiato di morire per Covid - era cominciato alle sette di mattina con una serie di incontri.
Prima di pranzo era andato a visitare una scuola nel nord della capitale ed era tornato a Downing Street nel primo pomeriggio. Ed era stato raggiunto dalla compagna e qualche collega «per circa dieci minuti. In tutta franchezza - ha precisato - all'epoca non mi sembrava di aver violato le regole, ma è chiaro che la polizia la pensa diversamente e rispetto le loro indagini e conclusioni». Tutto dipende ora dalla reazione del partito conservatore: il silenzio della maggior parte dei ministri sarà sicuramente preoccupante per il premier.
Qualche deputato ha chiesto che Johnson si scusi pubblicamente, altri hanno precisato che, con la guerra in Ucraina, non è il momento di cambiare leader. Il laburista David Lammy ha fatto notare che i precedenti non mancano. Winston Churchill prese il posto di Neville Chamberlain all'inizio della Seconda guerra mondiale.
BORIS JOHNSON E LA SUA ORRENDA TENUTA DA JOGGING boris johnson rishi sunak e boris johnson