RENZI E FRANCESCHINI COME “RED E TOBY”: “NEMICIAMICI” – MATTEUCCIO E SU-DARIO ALLA FINE SI RITROVANO SEMPRE, NONOSTANTE GLI SCAZZI E L’ANTIPATIA RECIPROCA: ANCHE SULLA PARTITA DEL QUIRINALE POTREBBERO CONVERGERE PER CENTRARE UN OBIETTIVO COMUNE – CON UN’INTESA SU DRAGHI AL COLLE, IL SENATORE DI RIGNANO PENSA AL MINISTRO DELLA CULTURA COME PREMIER. MA CHI LO SOSTERREBBE? SECONDO RENZI SAREBBE L’OCCASIONE PER RIPROPORRE LA MAGGIORANZA “URSULA” CON “FORZA ITALIA” E SALVINI ALL’OPPOSIZIONE…

-

Condividi questo articolo


 

Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

 

RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI

Uno sta da sempre un passo indietro, meglio due. Niente strappi, mai scontri in pubblico: solo trattative, scientifiche, sempre dietro le quinte. L'altro, potesse, starebbe sotto i riflettori della politica 24 ore al giorno. Sempre col coltello tra i denti e, da fiorentino, sempre pronto a litigare col nemico di turno. Divisi anagraficamente da 17 anni, una generazione, ma uniti da Benigno Zaccagnini.

 

draghi franceschini draghi franceschini

Dario Franceschini e Matteo Renzi, per vent' anni compagni di partito (Ppi, Margherita e Pd, fino al divorzio), sono stati ribattezzati da più di un amico in comune come «Red e Toby», i «nemiciamici» del vecchio cartone Disney che racconta la storia di una volpe e di un cane da caccia, che per natura entrano in rotta di collisione, ma poi tornano sempre amici.

 

Una metafora perfetta per raccontare il rapporto tra i due, che ciclicamente, nonostante feroci scontri politici, alla fine si ritrovano sempre per cercare di centrare un obiettivo comune. Alcuni precedenti? Nel 2012 Franceschini è saldamente con Bersani nelle feroci primarie da cui Renzi esce sconfitto. Al governo poi va Letta e Renzi poco dopo gli soffia il posto: «Dario» difende strenuamente «Enrico».

renzi franceschini by osho renzi franceschini by osho

 

Ma poi, appena Renzi varca Palazzo Chigi, entra senza colpo ferire nel nuovo governo da ministro dei Beni culturali. Senza contare la furia di Franceschini quando il leader di Italia viva fa saltare il Conte II. I rapporti tra i due, a differenza del gelo totale tra Renzi e Letta, non si interrompono mai. «Se Dario e Matteo si vogliono bene? - riflette un vecchio esponente del Ppi -. Beh, direi che si rispettano molto. Sono machiavellici».

 

dario franceschini foto di bacco dario franceschini foto di bacco

Uno schema di gioco che, più di una volta, li ha fatti uscire vincitori. E ora che la posta in ballo è tornata altissima, «Dario» e «Matteo» hanno rimesso in piedi il loro tandem. Due i palazzi nel mirino: Chigi e Quirinale. Tanti i nomi fatti circolare, in attesa di una possibile mossa del cavallo, ma con una certezza che accomuna entrambi: «O sul Colle o al governo ci deve essere un ritorno della politica, per arrivare a fine legislatura», spiegano ai fedelissimi il ministro pd e l'ex premier.

 

matteo renzi in versione calciatore 4 matteo renzi in versione calciatore 4

Con quest' ultimo che va ripetendo: «L'arrivo di Draghi al governo ha decretato la salvezza dell'Italia», evidenziando però che per riuscire a eleggerlo presidente della Repubblica «serve un accordo politico solido e chiaro».

 

«Chi andrebbe a Palazzo Chigi?», è la domanda chiave dell'ex premier. E Renzi, tra le varie ipotesi che sta accarezzando, ne ha in testa una particolarmente suggestiva: Draghi al Quirinale e Franceschini «nemicoamico» a capo di un nuovo governo.

 

House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella

Il tutto in un quadro da ipotetica maggioranza Ursula, con dentro i 30 di Coraggio Italia e (magari) Forza Italia, e costringendo giocoforza all'opposizione i sovranisti della Lega; ripetendo così lo schema che portò alla nascita del Conte II con il ribaltamento dell'asse politico che impedì a Matteo Salvini monetizzasse l'ampio consenso alle urne anticipate.

 

Franceschini coronerebbe così anche quel sogno che fu costretto a rimettere nel cassetto nel dicembre 2016, quando Renzi si dimise, passando il testimone a Paolo Gentiloni e innescando appunto l'ira di «Dario». Nell'ottica di questo grande accordo «per il ritorno della politica», finora commissariata da una figura come quella di Draghi, Renzi vorrebbe inserire anche una riforma costituzionale che consenta di adattare meglio la «macchina istituzionale» al futuro nuovo parlamento, con 345 poltrone in meno.

salvini renzi salvini renzi

 

Ma questo sarà un passo ulteriore. Intanto, sui telefoni dei due «professionisti» (questo l'altro soprannome affibbiato al machiavellico tandem ex Ppi), negli ultimi giorni lo scambio di sms si è fatto sempre più fitto. Impressioni, punti di vista, ma sopratutto calcoli sugli scenari possibili sui 1.009 grandi elettori. Tutto mentre Franceschini si è inabissato da mesi: pressoché impossibile ritrovare una sua dichiarazione politica. «È tipico suo - racconta chi lo conosce da una vita -: Dario sta tessendo».

michela de biase dario franceschini foto di bacco michela de biase dario franceschini foto di bacco dario franceschini dario franceschini renzi franceschini renzi franceschini dario franceschini foto di bacco (2) dario franceschini foto di bacco (2) dario franceschini dario franceschini RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI RENZI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...