Marco Antonellis per Dagospia
L'appuntamento elettorale del 4 marzo è molto vicino e in diversi partiti si ragiona anche sul post-voto. E' quanto sta avvenendo nel PD dove, da tempo, si parla di "movimenti" sotterranei di Dario Franceschini, ministro della Cultura, che si vede sempre più interessato a governare i processi futuri dei Dem, soprattutto se il segretario Matteo Renzi dovesse perdere rovinosamente questa tornata elettorale.
Ecco perché Franceschini inizia a muovere le truppe sullo scacchiere del Nazareno, perché la possibilità di conquistare la segreteria del partito non è assolutamente remota. Con un Renzi sconfitto o indebolito a marzo (gli ultimi sondaggi sono da 'depressione' per stessa ammissione dei vertici Pd) anche molti dirigenti attualmente "fedeli" al toscano inizierebbero a farsi "scaldare", alla ricerca di un riposizionamento interno, dal nuovo sole di Franceschini.
Incontri e conciliaboli in questa direzione sarebbe già in atto da diversi giorni per capire come muoversi dopo la tornata delle Politiche nazionali, dove il PD rischia di arrivare terzo molto dietro la coalizione di centro-destra e il Movimento 5 Stelle. Ulteriori problematiche in casa Renzi potrebbero arrivare dal risultato delle regionali del Lazio, dove il governatore in carica Nicola Zingaretti ha chiuso l'intesa con la LeU di Grasso sacrificando un'infuriata Lorenzin: il "modello Lazio" potrebbe infatti tra qualche mese essere "modello Nazionale".
C'è però una seconda pista che si sta aprendo proprio in queste ore sempre sul fronte Franceschini: in caso di un governo di grande coalizione il ministro della Cultura potrebbe piacere anche a quelli del centro-destra per i suoi toni moderati e il suo profilo trasversale (a cominciare da Gianni Letta di nuovo ascoltato king maker di Berlusconi).
In questi giorni i renziani di più stretta osservanza stanno passando al setaccio i tanti rapporti influenti del ferrarese con gli uomini del Quirinale: a cominciare dal capo segreteria Simone Guerrini fino al segretario generale Ugo Zampetti. E c'è chi è pronto a scommettere che il 'Governo del Presidente" di D'alemiana memoria guardi proprio a lui più che a Gentiloni (ormai inviso dalle parti di Leu). D'altra parte Super Max è pronto a tutto pur di sbarazzarsi di Matteo Renzi. E difficilmente sbaglia.