Luigi Grassia per "la Stampa"
I posti di lavoro tornano a crescere, ma a un ritmo più lento del prodotto lordo, e troppo spesso sono lavori a termine, segno che le imprese italiane credono nella ripresa economica però non troppo, e preferiscono (per il momento) non prendere impegni. Si nota finalmente qualche segnale positivo riguardo alle donne. Ma non arrivano buone notizie dalle grandi crisi aziendali: ieri la Whirlpool ha cominciato a spedire le lettere di licenziamento ai dipendenti della fabbrica di Napoli.
L'Istat comunica che in Italia a settembre 2021 rispetto a settembre 2020 gli occupati sono cresciuti di 237 mila unità (+1,2%) grazie a un boom del 13,2% dei contratti a termine, mentre i posti fissi da lavoratore dipendente danno un contributo scarso (+0,5%) e gli autonomi addirittura diminuiscono del 3%. È più corposa, ma segue lo stesso schema, la dinamica nel solo 2021: fra gennaio e settembre c'è stata un saldo positivo di più di 500 mila posti, dovuto esclusivamente alla ripresa del lavoro dipendente (+520 mila unità), anche in questo caso soprattutto precario, mentre gli autonomi calano di numero. Purtroppo torna a salire la disoccupazione giovanile, al 29,8%.
A settembre il tasso di occupazione (cioè la quota di chi ha un lavoro sul potenziale nazionale) fra gennaio e settembre è aumentato di 1,5 punti percentuali a 58,3% (comunque basso nel confronto internazionale, ma questo per l'Italia è un male storico), inoltre diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-9,1% cioè -23 mila unità) e gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,0% cioè -280 mila). Sono tutte buone notizie, ma rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020, il mese che ha fatto da spartiacque) il numero di occupati i Italia è ancora inferiore di 300 mila unità, il tasso di occupazione è più basso di 0,4 punti percentuali e il tasso di inattività (cioè relativo a chi è in età da lavoro ma non lo cerca) è superiore di 0,9 punti.
luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool
Focalizzando l'attenzione sui numeri congiunturali, cioè sul confronto mensile fra agosto e settembre, si nota che l'aumento dell'occupazione (+0,3% cioè +5 mila unità) riguarda poco gli uomini (+0,1% cioè +13 mila) e un po' di più le donne (+0,5% cioè +46 mila). Sempre su base congiunturale a settembre si registra una diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,2%, pari a -28 mila unità) e del numero di inattivi, che risulta dello 0,3% (-46 mila unità) e coinvolge in particolare le donne (-0,6% cioè -51 mila). Intanto è all'epilogo il dramma della Whirlpool di Napoli.
Sono già arrivate, o sono in via di consegna, le lettere di licenziamento di 320 operai. Ventinove mesi di incontri, cortei e proteste non hanno sortito alcun risultato, nonostante il coinvolgimento del governo, della Regione Campania e del Comune di Napoli. Come ultima speranza è attesa la sentenza del Tribunale di Napoli sul ricorso di Fim, Fiom e Uilm per condotta antisindacale della multinazionale americana.