Imagem ampliada do atentado terrorista na Praça dos Três Poderes
É possível ver o homem-bomba bolsonarista Francisco Wanderley Luiz atirando um artefato contra a estátua da Justiça que não explode, e outros dois, um contra o STF, e outro para tirar a própria vida. pic.twitter.com/Eh8djpZiQF
— BLOG ALDO ALMEIDA (@BLOGALDOALMEIDA) November 14, 2024
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “La Repubblica”
ATTENTATO A BRASILIA - FRANCISCO WANDERLEY LUIZ
«È un attacco alla democrazia...», dice il presidente della Corte Suprema Luìs Roberto Barroso, sconvolto dalle esplosioni di mercoledì sera nella piazza dei Tre Poteri di Brasilia, il cuore istituzionale dello Stato.
A ben vedere, però, il gesto suicida di Francisco Wanderley Luiz, fabbro 59 enne originario di Rio do Sul e acceso sostenitore dell’ex presidente Bolsonaro, è anche altro: è il peggior preambolo per il G20 che si apre la prossima settimana a Rio de Janeiro.
Un intero Paese si interroga su cosa si nasconda dietro l’attentato fallito e se esso sia il segnale di un ritorno alla stagione della destabilizzazione bolsonarista, eccitata dal ritorno di Trump alla Casa Bianca. Stagione che ebbe il suo culmine l’8 gennaio 2023, quando la folla arrabbiata dei sostenitori del sovranista Jair Bolsonaro assaltò le sedi affacciate sulla piazza dei Tre Poteri (Congresso, Corte Suprema e Palazzo presidenziale) nel tentativo di destituire il capo dello Stato, democraticamente eletto, Inàcio Lula da Silva.
Una paura fondata se, come ha riferito ai giornali locali la ex moglie del fabbro, l’intento delle bombe era far fuori Alexandre de Moraes, il giudice che ha condotto le indagini sul tentato golpe di due anni fa, considerato il più acerrimo nemico di Bolsonaro. E noto anche per la battaglia legale contro Elon Musk per far chiudere il social network X. «Quel che è successo - ragiona Moraes - è frutto dell’odio generato durante il precedente governo».
[…] Alle 19.30 di mercoledì la macchina dell’attentatore, riempita di fuochi d’artificio e petardi, scoppia mentre è parcheggiata lungo la strada che costeggia il Congresso, disegnato, come tutta Brasilia, da Oscar Niemeyer.
ATTENTATO A BRASILIA - FRANCISCO WANDERLEY LUIZ
La deflagrazione è attivata da un telecomando a distanza. Subito dopo Francisco Wanderley Luiz, che secondo alcuni testimoni è vestito da Joker, si avvicina a piedi all’ingresso della Corte. Addosso ha ordigni artigianali, simili a bombe a tubo, altri esplosivi, si scoprirà poi, sono stati disseminati in diversi punti della piazza più importante del Brasile.
Nello zaino nasconde un estintore. Il piantone di guardia alla Corte Suprema lo vede gettare un panno sulla statua femminile che rappresenta la Giustizia, per cui si avvicina all’attentatore che a quel punto si apre la camicia mostrando il corpo avvolto da piccoli ordigni. Ne getta due verso l’entrata poi si stende a terra e ne aziona un terzo su di sé, uccidendosi. Lula aveva da poco lasciato il Palácio do Planalto, la sede presidenziale. La Corte Suprema viene evacuata.
ATTENTATO A BRASILIA - FRANCISCO WANDERLEY LUIZ
In un primo momento la polizia ipotizza l’azione di un matto solitario, ma poi le indagini virano sui gruppi estremisti della destra brasiliana. Sullo specchio dell’appartamento affittato da Luiz a Ceilândia, infatti, trovano questa scritta: «Per favore, non sprecate il rossetto! Quello serve a rendere belle le donne. Per le statue di merda si usa il tritolo». È chiaro il riferimento al tentato golpe, quando la statua della Giustizia fu vandalizzata col rossetto.
Poco prima dell’attacco Luiz pubblica dei post sui social in cui avvisa le forze dell’ordine di avere «72 ore di tempo per disinnescare la bomba nella casa dei comunisti». Nei post indica, tra gli obiettivi, il vicepresidente Geraldo Alckmin e gli ex presidenti José Sarney e Fernando Cardoso. «Fate attenzione quando aprite cassetti, armadi, librerie, ripostigli», scrive. «Il gioco termina il 16 novembre 2024. Buona fortuna». […]
ATTENTATO A BRASILIA ATTENTATO A BRASILIA - FRANCISCO WANDERLEY LUIZ ATTENTATO A BRASILIA - FRANCISCO WANDERLEY LUIZ