ursula von der leyen josep borrell
Estratto dell’articolo di Gianni Rosini per https://www.ilfattoquotidiano.it
Ursula Von der Leyen spinge l’Ue verso il sostegno senza fine a Israele e provoca, di nuovo, un terremoto interno alle istituzioni europee. Punto di scontro è il discorso tenuto nella serata di giovedì dalla presidente della Commissione europea all’Hudson Institute di Washington in presenza, tra gli altri, anche del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, certamente non felice di questa fuga in avanti della capa di Palazzo Berlaymont.
Perché nel suo lungo intervento, schierandosi in maniera incondizionata al fianco di Israele e Stati Uniti, la politica tedesca non ha mai citato la necessità di una de-escalation a Gaza e del necessario lavoro per favorire la soluzione dei due Stati, posizione ufficiale dell’Ue. Una rottura tra due delle tre istituzioni europee che si è poi consumata nella giornata di venerdì, tanto da spingere von der Leyen e Michel a organizzare, secondo le indiscrezioni pubblicate da Politico, due bilaterali separati con il presidente Joe Biden. Così, una missione che doveva trasmettere l’unità del fronte occidentale sui dossier internazionali si è trasformata nella fotografia della disgregazione europea.
heiko e ursula ursula von der leyen. 1
Il disappunto generato da von der Leyen nei palazzi di Bruxelles è testimoniato anche dalle parole di un alto funzionario europeo: la posizione dell’Unione “è stata espressa dall’Alto Rappresentante e dal presidente del Consiglio europeo. La posizione dell’Ue in materia di politica estera viene definita e decisa dagli Stati membri, dal Consiglio. Il resto, con tutto il rispetto per le opinioni personali che possono essere pienamente legittime, non rappresenta la posizione dell’Ue“.
ursula von der leyen josep borrell
Non è la prima volta che le opinioni e le iniziative personali di von der Leyen scuotono le istituzioni europee. Era successo anche lo scorso marzo, nel corso della visita della presidente della Commissione negli Stati Uniti, dove incontrò Biden. In quell’occasione, i due firmarono una nota congiunta nella quale si intendeva sancire la collaborazione tra l’Europa e gli Stati Uniti per ridurre la dipendenza da Pechino e limitare l’export di prodotti hi-tech. Scoppiò il caos in alcune cancellerie europee che protestarono duramente, tanto da spingere il Consiglio europeo a chiedere “un parere” agli uffici legali.
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Mentre il 4 ottobre, dopo il rifiuto della Tunisia di incassare la prima tranche di aiuti Ue da 60 milioni, fu Michel in persona a criticare l’atteggiamento della leader della Commissione, colpevole di non aver coinvolto i paesi membri nelle contrattazioni: “È importante seguire le procedure e assicurarsi che gli Stati membri diano il loro mandato alla Commissione e poi gli Stati membri, durante questo processo, dicano sì o no a ciò che la Commissione ha negoziato. Questa è una lezione chiara, il coinvolgimento degli Stati membri è fondamentale per il suo successo”.
Messaggio ricevuto? Nemmeno per sogno. Anche in questo caso le proteste sono arrivate in forma anonima, ma sono indicative del clima che si respira nei corridoi delle istituzioni brussellesi. “Solo la dichiarazione del Consiglio europeo, prodotta dai vertici per conto degli Stati membri, è la posizione dell’Unione” e in essa si esplicita “la ripresa del processo di pace come l’unica possibile soluzione per questa questione”. […] L’Ue “rimane impegnata per una pace sostenibile, basata su una soluzione a due Stati”, attraverso nuovi “sforzi” per rilanciare “il processo di pace in Medio Oriente. Esattamente quello che hanno detto i 27 capi di Stato e di governo”.
Parole ben diverse da quelle usate dalla capa dei commissari Ue in occasione del suo intervento a Washington: “Le nostre democrazie sono sotto attacco continuo e sistematico da parte di coloro che detestano la libertà perché minaccia il loro dominio – ha detto – Da più di 600 giorni, i nostri amici in Ucraina combattono e muoiono per la loro libertà contro l’aggressione russa. E ora Israele ha subito il peggiore attacco terroristico nella sua storia, il peggior sterminio di massa di ebrei dai tempi dell’Olocausto. Queste due crisi, per quanto diverse, richiedono che l’Europa e l’America prendano posizione e stiano insieme”.
joe biden e olaf scholz con stoltenberg, von der leyen e trudeau
L’idea di politica estera di von der Leyen è quella di una strategia a guida Usa-Ue che influenzi le più importanti aree del mondo, nonostante l’ascesa e le pressioni di altre grandi potenze. Cina in primis. […] L’intervento di Ursula von der Leyen non ha indispettito solo le cancellerie europee e, di conseguenza, il Consiglio Ue. Anche tra i corridoi del Parlamento europeo il disappunto non viene nascosto. Fonti interne […] parlano di “un malumore che non si era mai visto nel corso di questa legislatura”.
Anche perché la fuga in avanti di von der Leyen non ha solo ‘esautorato’ gli Stati membri, ma ha di fatto boicottato una risoluzione della Plenaria votata giovedì a larga maggioranza e nella quale, oltre a condannare duramente l’attacco di Hamas, si chiede “l’immediato rilascio degli ostaggi, l’accertamento delle gravi responsabilità del bombardamento sull’ospedale di Gaza, una pausa umanitaria per consentire i soccorsi alla popolazione civile”. […]
emmanuel macron ursula von der leyen
Ciò che ha disturbato le varie forze politiche della Plenaria è la decisione della presidente tedesca di schierare l’Ue in una determinata posizione internazionale senza averne il mandato, senza aver consultato prima gli Stati membri. […] non si è tenuto conto che ci sono ancora decine di cittadini europei nelle mani di Hamas. Schierarti così nettamente al fianco di Stati Uniti e Israele ti rende un soggetto attivo nello scontro. E questo rende più complicato, poi, andare a trattare per il rilascio delle persone in mano agli islamisti”. […]
La convinzione di chi frequenta i palazzi delle istituzioni europee è che le scelte unilaterali di von der Leyen siano legate a un preciso piano in vista del voto del prossimo giugno. Una campagna elettorale in largo anticipo che ha come scopo, oltre a quello di confermare la politica tedesca al vertice del Berlaymont, quello di lanciare un preciso messaggio: al fianco di Washington, sempre e comunque. In barba ai progetti di maggiore autonomia portati avanti dai leader dei principali Paesi europei, Emmanuel Macron in testa. […]