Estratto da “la Repubblica”
GIUSEPPE MANGIALAVORI SILVIO BERLUSCONI
Il gong suona domani a mezzogiorno. A quell'ora si riunisce il Consiglio dei ministri e va trovata la quadra per i sottosegretari del governo Meloni. Trentanove caselle da riempire. A poco più di 24 ore dalla scadenza, il dossier è ancora pieno di punti interrogativi e cancellature. L'ultimo ostacolo sono i guai giudiziari di alcuni aspiranti sottosegretari.
La miccia porta il nome di Giuseppe Mangialavori, deputato di Forza Italia, che l'ala Ronzulli vorrebbe alle Infrastrutture. Mangialavori è uno dei big azzurri in Calabria, dove il partito di Berlusconi ha ottenuto il 16%. Ecco perché ad Arcore spingono per promuoverlo.
Ma Giorgia Meloni storce il naso. Non lo vorrebbe in squadra, dato che Mangialavori è citato, pur senza essere indagato, negli atti dell'inchiesta Imponimento: la figlia del boss Tommaso Anello sarebbe stata assunta, nel 2018, l'anno delle scorse Politiche, nel laboratorio di analisi dei Mangialavori. La premier, secondo fonti di maggioranza, si sarebbe detta preoccupata dall'eventuale, ipotetico coinvolgimento Mangialavori nell'inchiesta.
Un ragionamento che ha fatto saltare sulla sedia un pezzo di FI: «Si può escludere da un incarico qualcuno perché si teme che forse, in futuro, possa essere indagato? E se qualcuno fa un esposto contro Crosetto?- ci si domanda maliziosamente - Così Meloni asseconda la deriva giustizialista ».
Chi difende Mangialavori in FI minaccia un effetto domino: se ci fosse un veto, dovrebbe valere a maggior ragione per chi è imputato o condannato. Chi è nel mirino? Paolo Barelli, forzista area Tajani, papabile vice-ministro all'Interno e condannato a pagare un risarcimento di quasi mezzo milione di euro dalla Corte dei Conti. Ma anche Ugo Cappellacci, l'ex governatore della Sardegna a processo. La Lega è interessata dalla questione, perché se passasse Mangialavori, allora riproporrebbe Armando Siri, l'ex sottosegretario gialloverde indagato per corruzione. Il rebus va sciolto entro domattina.
L'altra incognita sono le quote rosa.
Negli elenchi iniziali forniti da FI e Lega c'erano quasi solo uomini. La premier vuole un riequilibrio, per non dover compensare pescando solo fra le truppe di FdI. Sui numeri l'accordo sembra raggiunto. FI avrà 8 fra sottosegretari e viceministri; 11 la Lega. Uno o due posti a Noi Moderati. Il resto andrà ai Fratelli d'Italia. […]
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