SALVINI HA ANNUSATO IL PERICOLO DI UNA SCISSIONE NELLA LEGA E I SUOI FEDELISSIMI IN PARLAMENTO HANNO INSINUATO CHE DIETRO ALL’ADDIO DI DAMILANO AL CENTRODESTRA CI FOSSE GIANCARLO GIORGETTI, AMICO PERSONALE DELL'IMPRENDITORE. ALLA FINESTRA CI SONO ANCHE FEDRIGA E ZAIA, I GOVERNATORI CHE FINORA HANNO SEMPRE RIFIUTATO LE OFFERTE DI LASCIARE IL NORDEST PER TORNARE ALL'IMPEGNO NAZIONALE. LA CONVINZIONE DI MOLTI NELLA LEGA È CHE TRA AMMINISTRATIVE, REFERENDUM E POLITICA ESTERA (CON LA CONSULENZA DEL MISTERIOSO ANTONIO CAPUANO), SALVINI NON ARRIVI AL 2023...

Condividi questo articolo


Francesco Olivo per la Stampa

 

La strategie internazionale di Matteo Salvini e la sua rete tessuta in gran silenzio con Antonio Capuano stanno provocando un incendio che non si può spegnere con un monologo su Facebook. Il segretario ora ha un fronte interno da affrontare, con il rischio concreto che i mugugni prendano corpo.

salvini giorgetti salvini giorgetti

 

I suoi sono spiazzati. Quando li invitano in televisione o alla radio, declinano all'ultimo, niente interviste, «non oggi». La diplomazia parallela di Salvini ha messo in imbarazzo anche i più fedeli tra i suoi, quelli che non lo hanno mai attaccato, ma che adesso non sanno più cosa dire, davanti alle mosse di un capo che li ha scavalcati e anche disorientati. Il malessere cova da tempo e fino a oggi non ha portato frutti concreti, tanti borbottii e poi basta un consiglio federale per rimettere tutti in riga. Ora però qualcuno inizia a muoversi in maniera più decisa e qualche elemento inizia a esserci.

PAOLO DAMILANO GIANCARLO GIORGETTI PAOLO DAMILANO GIANCARLO GIORGETTI

 

Paolo Damilano, l'imprenditore che il centrodestra aveva candidato a sindaco di Torino, ha abbandonato la coalizione denunciando «una deriva populista», una mossa che viene considerata da molti come una sorta di "pesce pilota" verso un approdo che non è ancora definito, ma che potrebbe coinvolgere governisti e governatori, ovvero il contropotere istituzionale all'interno della Lega.

 

Lo stesso Salvini ha annusato il pericolo di una scissione nel partito e i suoi fedelissimi in Parlamento hanno insinuato che dietro alla mossa di Damilano ci fosse Giancarlo Giorgetti, amico personale dell'imprenditore, e, a sentir loro, anche ispiratore dei suoi esperimenti centristi. Alla finestra ci sono anche Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, i governatori che finora hanno sempre rifiutato le offerte di lasciare il Nordest per tornare all'impegno nazionale.

 

fedriga salvini giorgetti fedriga salvini giorgetti

La convinzione di molti nella Lega è che di questo passo Salvini non arrivi al 2023 e che quindi occorra muoversi in fretta. Le elezioni amministrative di giugno potrebbero essere, in caso di risultato negativo e di sorpasso definitivo di Giorgia Meloni, l'occasione di un movimento clamoroso, ancora tutto da definire, per affrancarsi da Salvini. Le difficoltà però sono molte e non inedite: l'individuazione di un eventuale leader di questa nuova creatura e la collocazione in vista delle elezioni politiche dell'anno prossimo. Senza una modifica della legge elettorale, poi, è difficile per tutti immaginare nuove avventure. Ma a dare credito a queste ipotesi è lo stesso nucleo duro salviniano che parla ormai apertamente, sebbene in privato, di manovre ostili «volte a indebolire il segretario» con il fine di imporre un governo simile a quello attuale, anche dopo le elezioni.

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

 

Gli occhi sono puntati sui ministri, Giorgetti e Massimo Garavaglia, accusati di aver accettato ogni decisione di Mario Draghi a scapito della linea del partito. A loro viene addebitato il calo netto nei sondaggi. La politica estera del leader del Carroccio sta mettendo in serio imbarazzo anche Forza Italia, specie l'ala guidata da Licia Ronzulli e Antonio Tajani, che ha scommesso su un'alleanza stretta con la Lega e che per questo subisce quotidiani attacchi interni (si veda il caso Gelmini). Silvio Berlusconi, preso dall'euforia per la promozione in Seria A del suo Monza, ha evitato ogni commento, ma di certo non condivide le ultime mosse di Salvini. L'opposizione interna azzurra è pronta a rinfacciare ad Arcore gli errori dell'alleato privilegiato, anche per ostacolare ogni idea di federazione o di liste uniche con la Lega.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Ma i guai di Salvini non sono soltanto legati a quelli che in maniera spregiativa vengono chiamati i «draghini». Anche alcuni tra i dirigenti più legati al segretario ci sono rimasti male a leggere i fantomatici piani di pace elaborati con Antonio Capuano, la cui identità hanno scoperto sui giornali dei giorni scorso. Il fatto è «che Matteo ci ha spiazzati, siamo sotto attacco e non ci ha dato gli argomenti per difenderci», dice un dirigente che chiede di non essere citato.

 

A questo si aggiunga che si vota fra undici giorni e ai banchetti e ai comizi della campagna elettorale iscritti e simpatizzanti iniziano a chiedere: «Ma cosa fa Salvini?». Il manuale improvvisato prevede di deviare su argomenti locali, ma insomma «serve una linea». E questa linea «andrebbe condivisa con il partito». Il segretario attribuisce questo malessere alle dichiarazioni avventate di Capuano ed è convinto di recuperare l'appoggio dei suoi, anche scaricando il consulente campano «non autorizzato a parlare in nome della Lega». Obiettivo: ricompattare le truppe in vista dell'offensiva dei governisti.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 7 matteo salvini e giancarlo giorgetti 7 luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana giancarlo giorgetti e matteo salvini 2 giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?