Estratti dell'articolo di Virginia Piccolillo per “il Corriere della Sera”
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Non ci pensa proprio il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a prendere in considerazione l’attacco ricevuto a Sant’Anna di Stazzema da Stefano Bonaccini. Celebrando il 79esimo anniversario della mattanza nazifascista, in cui furono trucidate 560 persone, inclusa una bimba di 20 giorni, il governatore dell’Emilia-Romagna ha voluto evocarlo. Definendolo «inadeguato» al suo ruolo istituzionale e ricordando i «cimeli fascisti» esposti in casa «con orgoglio».
Accuse che non hanno turbato la vacanza nel catanese di La Russa. Fuori tempo massimo viene considerato il riferimento a quel busto del Duce appartenuto al padre, visto che La Russa ha già annunciato di averlo dato alla sorella che, a suo dire, lo rivendicava.
stefano bonaccini discorso dopo la sconfitta alle primarie pd 4
Ma a convincere il presidente del Senato che non c’è nulla da replicare non c’è solo questo. E nemmeno il fatto di aver condiviso con altri gli attacchi di Bonaccini, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni. Piuttosto il presidente del Senato si considera del tutto al riparo dal grido di allarme lanciato dal governatore sulla necessità di difendere la democrazia da «voglie di nazionalismo e sovranismo presenti in Europa e nel nostro Paese», grazie anche — si fa notare — alle molte prese di posizione pubbliche su questo tema.
Ben prima di ieri quando in una nota ha definito la strage di Stazzema «una pagina vergognosa della nostra storia che tutti gli italiani ricordano con lo stesso dolore e la stessa esecrazione». Il 25 aprile, all’Altare della Patria, accanto a Mattarella, aveva, come ha ricordato lui stesso, «solennemente testimoniato il valore assoluto della Resistenza nel superare la dittatura».
IGNAZIO LA RUSSA E IL 25 APRILE - BY VUKIC
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