Selvaggia Lucarelli per Il Fattoquotidiano - Estratto
Se dovessi farmi venire in mente un passaggio della storia recente da cui le donne siano uscite più malridotte che dalle ultime elezioni presidenziali americane, farei molta fatica ad individuarne uno. E questa volta non è tutta colpa degli uomini.
Le elettrici hanno votato in massa un uomo che parla delle donne come Bettarini. (....)
La candidata Hillary è una che pur di rimanere first lady ha perdonato un presidente fedifrago. Melania, per diventare first lady, ha perdonato un quasi presidente fedifrago. E sì, le due generose consorti l’hanno chiamato “perdono”, ma “perdono”, quando c’è di mezzo la Casa Bianca, è solo un altro modo per dire “ambizione”.
al smith dinner donald trump hillary clinton 4
La vera rivoluzione sarebbe stata Hillary che molla un presidente in carica e anni dopo si candida con la sua dignità intonsa nel cellophane come la gonna della Lewinsky o una Melania che sfancula Donald in piena campagna elettorale dichiarando: “Falla fare a quella che ti volevi scopare fuori dal negozio di mobili la first lady”. E invece è finita che le due donne agli antipodi si sono incontrate a metà strada, la trafficatissima strada della convenienza. (...)
Poi ci sono le giornaliste d’assalto, soprattutto quelle dei femminili, per cui fino a ieri Melania Trump era un’ignorata e rifatta ex modella moglie di un volgare milionario con parrucchino e oggi è improvvisamente “un’icona di stile”.
al smith dinner donald trump hillary clinton 15
Ora sappiamo che veste Ralph Lauren, che al suo incontro con Michelle aveva della Laboutin ai piedi, che per i capelli predilige i castani caldi e tutta una serie di particolari di cui a nessuno frega una beata minchia ma che contribuiscono a smarcarla dal ruolo di burina arricchita e a cucirle addosso quello di elegante first lady che alle giornaliste piace tanto.
la statua di donald trump a union square foto e selfie
E allora se è muta, per la stampa diventa una che parla poco sì, ma “perché molto riservata”, non “perché magari non ha una mazza da dire”, che al momento pare l’ipotesi più plausibile. Se dice “Mio marito è un gentleman, tratta bene le donne” è “una moglie solidale”, non una “gran cazzara” e così via.
Addirittura c’è chi riferisce che non è mondana e “dopo un evento preferisce ritirarsi a casa”, che non s’è capito cosa voglia dire. Cosa dovrebbe fare una dopo un evento? Procurarsi un finto passaporto e sparire in Canada?
statua di hillary clinton a manhattan
Nel frattempo, a loro volta, ci sono le sostenitrici di Hillay che “Come si fa a votare uno schifoso sessista come Trump” e poi sono lì, assieme a tutta la stampa che disprezza il volgare Trump, a ricamare su qualche vecchia foto di Melania nuda, cosa che invece col sessismo non c’entra nulla.
E poi naturalmente c’è Melania, ex modella rampante che a 28 anni conosce Trump e si innamora della sua cultura, del suo fascino, del suo stile frugale. La classica donna “Cerco un uomo che mi faccia ridere” sottintendendo “da Chanel”. Una che alla domanda “E’ mai ricorsa alla chirurgia plastica? risponde con fermezza “No” ma solo perché il no si pronuncia a bocca chiusa e non scuce i punti del lifting.
Una che parla quattro lingue e l’unica volta in cui ne parla una in pubblico legge un discorso scopiazzato da Michelle Obama. Una che la campagna di Michelle contro l’obesità la risolverà con più liposuzioni per tutti. Una che in curriculum ha “disegnatrice di gioielli e madrina di enti benefici”, che poi sono le attività preferite da tutte le mogli di milionari fancazziste del globo. Insomma, se Trump è un po’ Flavio Briatore, Melania è un po’ la consorte di Flavio. E’ un po’ un’ Elisabetta Gregoraci che si ritrova dal fare le previsioni del tempo nel tg di Emilio Fede a fare il bello e il cattivo tempo negli equilibri mondiali.
bill clinton hillary e donald trump
Infine, c’è l’unico uomo della storia, Donald Trump. Uno che ama particolarmente le donne, infatti dice di apprezzare la moglie perché “sta al suo posto, la sera io torno tardi dopo aver lavorato tutto il giorno, non voglio lavorare anche per la mia relazione”. Già che c’era poteva prendersi un gatto, che almeno si risparmiava pure il “ciao” e se la cavava con un tiragraffi nuovo ogni tanto.
Uno che ama così tanto le figlie femmine che alla proclamazione sul palco ha voluto accanto a sé il maschio di dieci anni con l’aria scoglionata, mentre le sue ragazze sorridevano un po’ più in là nel seguente ordine di apparizione: Ivanka, quella carina sposata con l’editore giusto più vicino lui e Tiffany, quella con nome e aria da shampista, a tre metri di distanza.
E qui si torna alle analogie con Silvio Berlusconi. Ivanka, Barron e Tiffany sono un po’ i figli di ultimo letto di di Berlusconi: Barbara, quella su cui lui punta, è Ivanka. Eleonora, quella che non fa una cippa, è Tiffany. Barron, quello che sbadiglia, vorrebbe chiamarsi Brambilla e migrare in Argentina, è Luigino.
Insomma, queste elezioni hanno riportato la donna indietro di qualche decennio, col milionario volgarotto “Re dello spoglio” alla presidenza e la donnina decorativa “regina delle spogliate” accanto. Non so se tutto questo mesto spettacolo farà grande l’America, di sicuro, fino ad ora, ha reso un po’ più piccole le donne. (again)
silvio berlusconi con veronica lario la ex moglie di putin e i figli 1 berlusconi figli chi