LA SERA ANDAVAMO IN VIA DEL PLEBISCITO! IL LIBRO-AMARCORD SU BERLUSCONI DI DUE “CRONISTI DA MARCIAPIEDE”: LA ROTTURA TRA IL CAV E FINI? “TUTTI RICORDANO IL ‘CHE FAI MI CACCI, NOI AVEVAMO SAPUTO CHE ERANO PRIMA VOLATI I PIATTI” -  IL CASO GHEDDAFI: “IL CAV PENSO’ DI DIMETTERSI PERCHÉ SI SENTIVA IN COLPA PER AVER TRADITO IL COLONNELLO” – LA RUSSA: “LA BARZELLETTA SU PUTIN GLIELA RACCONTAI IO A BERLUSCONI. POI LUI LA USÒ IN TUTTE LE CENE” – SANTANCHE: “IO NON ERO IL SUO GENERE, CERTO QUALCHE BATTUTA LA FECE ANCHE CON ME”

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Estratto da www.secoloditalia.it

 

IGNAZIO LA RUSSA SILVIO BERLUSCONI IGNAZIO LA RUSSA SILVIO BERLUSCONI

Torna con “una battuta” Silvio Berlusconi in Sala Nassiriya, al Senato, dove si presenta il libro: ‘Una battuta, presidente – i ragazzi di via del Plebiscito: quella volta che il cavaliere….‘ edizioni Marlin. Ne sono autori  Vittorio Amato dell’AdnKronos e Giovanni Lamberti dell’Agi, a sei mesi dall’addio del fondatore di Forza Italia. L’evento riunisce in Sala Nassirya “i ragazzi delle fioriere”: come in gergo erano chiamati i cronisti che si appostavano di fronte a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi e tanti politici di quella stagione. Molti i parlamentari ed ex parlamentri presenti.

 

BERLUSCONI E FINI BERLUSCONI E FINI

Arriva in sala anche Ignazio La Russa, presidente del Senato. “Aneddoti ce ne sono tanti su Berlusconi”, dice la seconda carica dello Stato. “Ci ritrovammo a casa di Berlusconi -racconta all’Adnkronos-  per uno dei vertici che duravano fino all’una di notte. Che poi arrivava Letta, diceva la sua e quello era quanto si decideva… Quella volta c’era una partita dell’Inter e io chiesi a Berlusconi: ‘presidente, facciamo parlare subito Letta'”. La Russa rimpiange moltissimo lo stile ironico di Berlusconi,  che oggi sembra un po’ perduta: “La barzelletta su Putin gliela raccontai io a Berlusconi- racconta- . Poi lui la usava in tutte le cene”, dice citando una storiella su Putin e Sarkozy che si ruba le posate pregiate al Cremlino, di cui il Cavaliere si impossessò.

 

silvio berlusconi gheddafi silvio berlusconi gheddafi

Del libro, scritto in stile agenzia, come ricorda Adalberto Signore, presidente della stampa parlamentare, e moderatore dell’incontro parlano così gli autori. “Noi eravamo lì h 24 -dice Amato (‘Vam’, questa la sua sigla nell’agenzia)- siamo stati lì con la lente del cronista da marciapiede, un mestiere in via di estinzione”. “Sempre nascosti dietro queste fioriere -dice il giornalista parlamentare- per avere una mezza notizia siamo pure arrivati quasi alle mani tra di noi”. ‘Gil’ (Giovanni Lamberti) aggiunge come “quelle raccontate sono pillole di storia”. Lamberti racconta ad esempio come la rottura tra Berlusconi e Fini loro, i cronisti di strada, la ‘registrarono’ prima degli altri: “Tutti ricordano il ‘che fai mi cacci’ detto in pubblico da Fini a Berlusconi, noi avevamo saputo che erano prima volati i piatti”.

 

BERLUSCONI E FINI BERLUSCONI E FINI

Nel libro si ricorda pure quando Berlusconi pensò di dimettersi, “perché si sentiva in colpa per aver tradito Gheddafi”. “Berlusconi ha rivoluzionato la comunicazione -dice Amato- . Noi ci siamo potuti avvicinare a lui, lui parlava tantissimo, sapeva che faceva i titoli dei giornali, sapeva che poteva in qualche modo indirizzare la comunicazione”. La Russa si fa serio: “Io non ho mai visto una persona così generosa”, dice ancora raccontando altri episodi. Il ministro Paolo Zangrillo si unisce al tavolo degli interventi. Anche lui racconta di una cena con Berlusconi “con mia moglie incinta, con 70 invitati, Berlusconi mi dedicò due ore del suo tempo in esclusiva, facendo visitare tutta la tenuta”.

BERLUSCONI GHEDDAFI 5 BERLUSCONI GHEDDAFI 5

 

Altra ministra che arriva è Daniela Santanchè. Che dice come Berlusconi amasse le donne: “Ma io non ero il suo genere, certo qualche battuta la fece anche con me, era galante, faceva sentire le donne tutte importanti”. Il suo racconto: “Lui a palazzo Grazioli faceva sedere le donne di fronte a sè, a me però mi faceva sedere dalla sua parte. Di me diceva che non ero una donna”, dice ancora chiedendo conferma a La Russa che sorride e annuisce. “Come tutti gli uomini grandi ha fatto grandi cose e errori, oggi ne sentiamo la mancanza, la sentono gli italiani”, conclude la ministra per il turismo.

 

berlusconi alfano santanche verdini lupi big berlusconi alfano santanche verdini lupi big

Per la Biancofiore “il berlusconismo è stata una religione italiana, del coraggio e della rivoluzione, della voglia di cambiamento del paese”. Poi la politica bolzanina ricorda la comune passione per gli animali, per i cani, per Dudù, il piccolo cagnolino di Berlusconi, anche lui finito in prima pagina più volte. La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, anche lei nel tempo vicinissima al Cavaliere, trova il tempo di due critiche benevole: “La foto di copertina del presidente che avete scelto per il libro non gli sarebbe piaciuta, troppe rughe e il titolo doveva essere proprio ‘i ragazzi delle fioriere’. In sala il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, che vuole aggiungere un suo aneddoto (“che userete magari per il sequel del volume”). Tra i presenti anche il sottosegretario per l’editoria di Palazzo Chigi, l’azzurro Alberto Barachini, in prima fila pure l’ex sindaco di Roma, Franco Carraro, il patron della Lazio, Claudio Lotito, oggi senatore di Fi, l’attuale ministro Luca Ciriani.

una battuta presidente cover una battuta presidente cover

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI CICCHITTO SANTANCHE LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI CICCHITTO SANTANCHE berlusconi e gheddafi berlusconi e gheddafi

 

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