Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per “la Repubblica”
La coincidenza di date autorizza a pensare male. Diciannove mesi dopo essere stato rilasciato in attesa di giudizio, archiviate – rinvio dopo rinvio – una decina di udienze presso il tribunale di Mansoura, Patrick Zaki torna in carcere cinque giorni prima dell’attesissimo vertice sull’immigrazione che la premier Giorgia Meloni sta organizzando per il prossimo fine settimana a Roma.
Vertice in cui figura, fra gli invitati di primo piano, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi: leader (che non ha ancora accettato l’invito e probabilmente manderà il primo ministro) di un Paese da cui provengono – le stime sono delle Ong – il 20 per cento dei migranti che negli ultimi mesi hanno raggiunto l’Italia via mare. E che controlla una frontiera con la Tunisia, fondamentale per la gestione dei flussi […]-
Patrick utilizzato come arma di ricatto per chiedere all’Italia finanziamenti a sostegno di un’economia traballante, supporto politico nei confronti di un governo che – a voler essere gentili – non fa del rispetto dei diritti umani una priorità, uno spicchio consistente nella torta da centinaia di milioni di euro che l’Europa si prepara ad erogare alla Tunisia del presidente Kais Saied per fermare i barconi?
Fra gli esperti che seguono la regione c’è chi non ha dubbi. «Zaki è letteralmente adoperato come pedina di scambio nelle relazioni bilaterali fra Italia e Egitto – ci dice Timothy Kaldas, vice direttore del Tahrir institute for Middle east policy (Merip) – gli egiziani lo stanno utilizzando per piegare l’Italia sull’immigrazione, esattamente come in passato lo hanno usato per cercare di ammorbidire Roma riguardo al caso di Giulio Regeni».
[…] Proprio per sminare in anticipo le accuse di uno scambio come quello prospettato da Kaldas, ieri fonti del governo italiano ci tenevano a sottolineare che il dialogo sulla vicenda del ricercatore va avanti da tempo e non è frutto degli sviluppi delle ultime ore: né della sentenza di Mansoura né, tantomeno, del vertice in preparazione a Roma. Negli ultimi mesi Patrick aveva confessato più volte di non sentirsi più una priorità per il governo italiano […].
Ieri, però la premier Meloni in una nota ufficiale ha sottolineato come l’impegno dell’Italia per Patrick «non sia mai cessato» e poi ha parlato di «fiducia» nella possibilità di una «soluzione positiva » della vicenda. Che ci sia una trattativa in corso lo hanno confermato in queste ore diverse fonti in entrambe le capitali. E, in via indiretta, lo stesso governo egiziano: immediatamente dopo la sentenza di condanna […] tre componenti di primo piano hanno lasciato il Dialogo nazionale, l’iniziativa per il confronto con l’opposizione […].
Patrick Zaki dona i suoi capelli
Le motivazioni delle dimissioni puntavano dritte verso il caso Zaki, sottolineando l’ipocrisia di un governo che pretende di parlare con i dissidenti mentre continua a perseguire una politica di incarcerazioni di massa. Immediatamente il coordinatore generale del Dialogo, Diaa Rashwan, ha chiesto al presidente «di utilizzare i suoi poteri legali e costituzionali per l’immediato rilascio » di Zaki .
Gli ha fatto eco il componente della Commissione per la grazia presidenziale, Mohamad Abdelaziz, spiegando che l’organismo di cui è parte aveva «ricevuto rassicurazioni sul ricercatore Patrick George Zaki». Se tutto questo si tradurrà in reali passi avanti solo il tempo potrà dirlo. I precedenti purtroppo non giocano a favore del governo egiziano[…]
AL SISI al sisi giorgia meloni antonio guterres giulio regeni paola regeni il presidente egiziano al sisi 4 giorgia meloni al sisi antonio guterres GIULIO REGENI IL PRESIDENTE EGIZIANO AL SISI