SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
Andrea Carugati per “la Stampa”
Le urne a fine luglio avvantaggerebbero il centrodestra, e in particolare la Lega di Salvini. La coalizione, infatti, potrebbe raggiungere la maggioranza per governare da sola (con la Lega tra il 22 e il 25%), mentre il M5S rischia di perdere consensi rispetto al 4 marzo. E il Pd potrebbe resistere con una coalizione di centrosinistra attorno al 20%. Questa la fotografia realizzata da alcuni tra i maggiori esperti di sondaggi, da Roberto Weber di Ixé a Fabrizio Masia di Emg e Nicola Piepoli di Cirm.
Un altro dato degno di nota è che le urne in piena estate porterebbero un calo significativo dell' affluenza, ma non devastante. «Il 4 marzo ha votato il 72,9% degli aventi diritto. Mi aspetto che scenda intorno al 65%, non molto di più, perché gli italiani quando gli appuntamenti sono importanti alle urne ci vanno», spiega Masia. D' accordo Weber: «Non sotto il 60%».
Una conferma arriva dai dati di Assoturismo: nel 2017 nell' ultima settimana di luglio sono andati in vacanza 4 milioni di italiani. Si tratta del 10% dei potenziali elettori. E il dato di chi sceglie le ferie a fine luglio è in aumento visti i costi più ridotti. A questi si aggiungono i circa 400 mila stagionali che lavorano d' estate (dati Filcams Cgil). Anche se a questo numero bisogna sottrarre un piccola parte di stranieri e di chi lavora dove risiede. Un calo di votanti più significativo al Sud? «Me lo aspetto», dice Masia, «in particolare tra i giovani. E questo potrebbe penalizzare il M5S che tra i ragazzi del Mezzogiorno ha registrato un boom due mesi fa».
BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE
Weber, che è triestino, ha osservato da vicino le ultime regionali in Friuli: «Il centrodestra ha tenuto tutti i voti del 4 marzo, mentre il M5S ne ha conservati solo 60 mila su 190 mila e il centrosinistra 140 mila su 200 mila. Penso che se si voterà a luglio scatterà un meccanismo simile: l' astensione colpirà i grillini e il centrosinistra, molto meno la Lega». Weber non ne fa una questione di calendario, ma politica: «In questi due mesi Salvini è apparso più lineare, Di Maio molto più ondivago. E questo peserà». Masia vede un altro rischio per Di Maio: «Se cercherà di drenare voti al Pd spostandosi a sinistra, può perdere elettori di destra».
BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA
È la logica del ballottaggio, che è poi il vero obiettivo di Di Maio e Salvini: polarizzare le prossime elezioni tra due soli blocchi. «Io credo che avremo questo ballottaggio tra i due protagonisti degli ultimi mesi», spiega Roberto D' Alimonte, professore di Scienze politiche alla Luiss. «Berlusconi e il Pd rischiano di essere marginalizzati. E questo a prescindere dal voto a luglio o in autunno».
C' è poi il caso del centrosinistra. Secondo Masia «con un nuovo assetto il Pd potrebbe recuperare una quota di voti "rubati" dal M5S». «Se ci sarà una coalizione larga con un leader riconosciuto, come è successo alle regionali del Lazio con Zingaretti, il recupero è possibile. E questo potrebbe far perdere al M5S una quota di collegi in bilico, a favore del centrodestra».
Weber invece non vede grandi margini di rimonta per il Pd: «L' elettorato che è rimasto è di tipo conservativo, non vuole sorprese o avventure. Non cala e non aumenta». Se il leader fosse Gentiloni? «Non fa una grande differenza. Il Pd è ormai percepito come establishment, non parla a quella parte del Paese che chiede un cambiamento radicale. Dopo la sconfitta di marzo non hanno cambiato nulla, hanno tenuto il broncio verso gli elettori che non li avrebbero capiti...».
Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi, va controcorrente rispetto ai colleghi: «Nessuno parte avvantaggiato: le elezioni dopo 4 mesi sarebbero uno choc per l' opinione pubblica, e i risultati imprevedibili. Sarebbe sbagliato proiettare i numeri dei sondaggi di questi giorni, così come non è corretto prevedere un calo della partecipazione, in particolare nel Sud».
«Un voto a luglio potrebbe addirittura punire i "vincitori" del 4 marzo, la reazione dell' opinione pubblica potrebbe provocare un terremoto nelle urne».