Celestina Dominelli per ‘Il Sole 24 Ore'
Ignazio Marino alla sua prima dichiarazione da SindacoUn pacchetto di oltre 2,4 miliardi di euro di investimenti che, da qui al 2018, andranno a potenziare le reti (di questi 1,3 miliardi all'idrico), e un bilancio 2013 archiviato con un Ebitda cresciuto del 10,2%, a 766 milioni - e che la società promette di portare poco sotto il miliardo nel 2018 -, un utile netto balzato a 141,9 milioni di euro (+83,3%) e un indebitamento pari a 2,46 miliardi che, come promesso al mercato, è stato ricondotto sotto i livelli dell'anno prima (-27 milioni rispetto ai 2,49 del 2012 e -69 milioni sull'esposizione di fine settembre).
Ignazio MarinoAcea svela il nuovo piano industriale 2014-18 imperniato su sviluppo sostenibile, rigorosa gestione del circolante e spending review. «Questo piano - spiega al Sole 24 Ore l'ad Paolo Gallo - nasce da un percorso strutturato cominciato a luglio con una serie di riflessioni strategiche sulle 4 aree di business (idrico, energia, ambiente e reti) e dei cda monotematici che sono serviti per mettere a fuoco problematiche e potenzialità dei vari settori e che hanno portato a predisporre delle linee guida del piano presentate al board di febbraio e poi sviluppate. Ci concentriamo su ciò che sappiamo fare bene e riteniamo che, grazie al lavoro serio dell'Autorità per l'energia, la regolazione dell'idrico dia garanzia di stabilità e ci permetta di mettere in campo questo sforzo».
Giancarlo CremonesiIn effetti, il piano approvato ieri dal cda - che ha licenziato anche un nuovo programma di obbligazioni (fino a 1,5 miliardi di euro in 5 anni) «finalizzato - chiarisce Gallo - a rifinanziare alcuni prestiti in scadenza e ad allungare la durata media del debito, ora di 7 anni» , destina all'idrico oltre la metà degli investimenti programmati.
«Ben 755 milioni - aggiunge l'ad - andranno a Roma e provincia e copriranno tutte le attività, dall'ammodernamento delle condotte al miglioramento della depurazione. Inoltre, vogliamo lanciare un piano di sviluppo di contatori intelligenti nell'acqua, come già accade con l'elettrico, con un primo progetto pilota per 10-15 mila utenze e gli altri collocati nei prossimi 5 anni».
PAOLO GALLOLo sforzo programmato consentirà poi di proseguire nell'implementazione delle reti elettriche (641 milioni, con un focus sul miglioramento e l'ampliamento di quella capitolina) e di potenziare la qualità dei servizi e del rapporto con i clienti con 159 milioni all'area Energia (55 milioni già approvati per i sistemi informativi). A cui si affiancano, infine, i 246 milioni per il trattamento dei rifiuti. «Puntiamo a diventare il terzo operatore italiano per volumi trattati (di cui il 75% nel Lazio) - precisa ancora Gallo - triplicando l'energia prodotta dai rifiuti dagli attuali 200 a 600 GWh/anno che equivalgono al fabbisogno di 200mila famiglie». Un salto che la società intende fare sia potenziando infrastrutture e impianti sia con operazioni di M&A «se - avverte l'ad - ci saranno delle opportunità».
Daniela MorganteInsomma, Acea serra i ranghi davanti all'offensiva del Campidoglio che intanto porta a casa un sostanzioso saldo sulla cedola 2013 (fissata a 0,42 euro, di cui 25 cent già dati come acconto). Tale distribuzione, peraltro, era stata sollecitata, «visti gli ottimi risultati della società», dall'assessore al Bilancio di Roma, Daniela Morgante, in una missiva inviata ai vertici di Acea subito dopo la lettera con cui Marino chiedeva l'integrazione dell'odg della prossima assemblea, con l'obiettivo di disarcionare il board.
Francesco Gaetano CaltagironeUna divaricazione rispetto all'affondo del sindaco, da cui prende le distanze anche il Pd romano che, ieri, per bocca di Umberto Marroni, ha elogiato il piano e bollato come «confuse e demagogiche le discussioni su posti e nomine». Mentre il cda ha chiesto a Marino, «al fine di procedere a convocare l'assemblea, ai sensi dell'articolo 126-bis Tuf (che disciplina l'integrazione dell'odg dell'assise, ndr), le necessarie informazioni previste dalla legge».
In sostanza, il sindaco dovrà riformulare la lettera tenendo conto anche dei rilievi della Consob, secondo cui la titolarità delle azioni è in capo all'assemblea, non al primo cittadino o alla giunta. Ergo, la richiesta così com'è risulterebbe priva di efficacia. E, se il fine ultimo di Marino è azzerare i vertici, dovrà motivare la scelta. Una strada tutta in salita, però, stando ai numeri presentati ieri.