Estratto dell'articolo di Carlo Di Foggia e Ilaria Proietti per “il Fatto quotidiano”
Carlo Deodato potrà fare il Segretario generale a Palazzo Chigi, ma a tempo, poi si vedrà. Claudio Tucciarelli andrà a guidare la macchina del ministero delle Autonomie di Roberto Calderoli, ma solo da marzo. E che dire di Francesca Quadri? È riuscita a farsi autorizzare l'incarico di capo degli Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, ma a fatica perché l'aria sembra cambiata: il governo di Giorgia Meloni ha pescato sì tra i consiglieri di Stato per occupare le caselle chiave del nuovo corso, ma con grande parsimonia rispetto al passato.
[…] Rispetto al passato, abbondano avvocati dello Stato e accademici, come il costituzionalista Alfonso Celotto, scelto dal ministro delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, o Giuseppe Recinto della Federico II, scelto dal titolare dell'Università, Giuseppe Valditara. Di certo ne esce ridimensionato il Consiglio di Stato e anche questa, a suo modo, è la fine di un'era.
Palazzo Spada ha per tradizione fatto la parte del leone tra quei sacerdoti della religione laica del fare e dell'interpretare le leggi, con enorme potere annesso, specie in epoca di ministri deboli. Se prima era un fiore all'occhiello avere a diretto riporto un consigliere di Stato, ora lo è meno, segnale di una perdita di rilievo dell'istituzione e forse anche della fine del decennio di potere targato Pd.
La piroetta dello stratega di questa scuola di grand commis, il giurista Sabino Cassese, è il segnale più evidente: l'ex presidente della Consulta ha passato anni a spiegare che i capi di gabinetto dovessero essere consiglieri di Stato. Poi forse annusata in anticipo l'aria, ha sferrato un attacco micidiale sul Corsera con cui ha rinnegato i suoi stessi discepoli: "Non si può mandare ottimi autori di sentenze a scrivere leggi, perché queste vanno scritte da legisti, non da magistrati".
[…] A Palazzo Spada l'altro giorno le procedure di autorizzazione degli incarichi sono state una via crucis: a Deodato (magistrato cattolicissimo almeno come Alfredo Mantovano) e ad Alfredo Storto, chiamato come capo di gabinetto al ministero delle Infrastrutture da Matteo Salvini, è stato dato un ok, ma a tempo dal momento che entrambi hanno quasi raggiunto il limite decennale svolto fuori ruolo fissato dalla legge Severino.
Problemi di mancanza dei requisiti sono stati sollevati per Francesca Quadri, destinata al Dagl e in passato già capo del legislativo di Maurizio Gasparri all'epoca della legge omonima sulle tv che tutelava l'impero berlusconiano. [...]
Nel nuovo organigramma del potere a Palazzo Chigi, l'imprinting è targato Alfredo Mantovano, magistrato di Cassazione e a lungo parlamentare del centrodestra. A marcare ulteriormente la discontinuità con il governo Draghi è la nomina come capo di gabinetto di Meloni di Gaetano Caputi, già uomo macchina di Giulio Tremonti e braccio destro di Vincenzo Fortunato, vero ministro del Tesoro per anni.
[…] L'impressione generale è che il nuovo governo abbia diversificato le scelte che riguardano i mandarini di Stato anche quando si tratta di vecchie conoscenze. Giancarlo Giorgetti ha pescato dall'Avvocatura dello Stato affidandosi a Stefano Varone, già con lui allo Sviluppo (al coordinamento legislativo Daria Perrotta della Corte dei Conti, già vice di Garofoli a Palazzo Chigi).
Lo stesso ha fatto Salvini nel ruolo di vicepremier con Vincenzo Nunziata, come pure il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ha scelto come capo di gabinetto Antonio Scino in passato tra i consiglieri più fidati del ministro Claudio Scajola. Il braccio destro di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, all'Agricoltura ha chiamato un altro fiore all'occhiello dell'Avvocatura di Stato, Giacomo Aiello, a lungo capo del legislativo della Protezione civile dei tempi d'oro.
Poi c'è chi ha puntato sul Palazzo per antonomasia: Raffaele Fitto ha scelto una colonna della presidenza del Consiglio come Ermenegilda Siniscalchi, Nello Musumeci si è affidato a Roberto Alesse, pure lui dirigente di lungo corso di Palazzo Chigi e in passato consigliere del presidente della Camera Gianfranco Fini. La discontinuità con il passato c'è, i risultati vedremo.
DARIA PERROTTA PALAZZO SPADA CONSIGLIO DI STATO