LA SPINA NEL FIANCO DEL CENTRODESTRA SI CHIAMA LETIZIA MORATTI – A SALVINI, CHE LE PROMETTE “GRANDI COSE”, L’EX SINDACO DI MILANO RISPONDE DI ESSERE DISPONIBILE SOLO PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA – SE ATTILIO FONTANA SARA’ IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA PER IL PIRELLONE, LEI SI SENTIRA’ "LIBERA E INDIPENDENTE" E SARA’ LA CARTA DI CALENDA (E DEL PD?) PER LA REGIONE LOMBARDIA – P.S: PER “MESTIZIA”, COME DAGO-ANTICIPATO, SI POTREBBERO APRIRE ANCHE LE PORTE DI PALAZZO CHIGI IN CASO DI TILT POST-ELETTORALE NEL CENTRODESTRA…

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Paolo Colonnello per “la Stampa”

 

letizia moratti letizia moratti

Il già ministro, già presidente Rai, già sindaco di Milano, già presidente di banca, attuale assessore alla Sanità e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti ora aspirerebbe a qualcosa di più.

«In fondo sono una riserva della Repubblica», racconta al suo entourage, soprattutto dopo che è arrivata al terzo posto come possibile candidata al Quirinale del centrodestra (il primo, pensate un po', era Berlusconi). Così, quando l'altra sera in un incontro molto riservato ha visto Matteo Salvini che tutto sorridente le prospettava un radioso futuro di non meglio precisate «grandi cose», donna Letizia lo ha gelato: «Non correrò per il centrodestra nelle elezioni nazionali, sono disponibile solo per la presidenza della Regione Lombardia». E per il Capitano è chiaro che questo sia un bel guaio, visto la promessa di rinnovo della presidenza fatta ad Attilio Fontana.

letizia moratti attilio fontana letizia moratti attilio fontana

 

«Vorrei delle risposte dal centrodestra», aveva rincarato già settimana scorsa la più vagante di tutte le mine di questa pazza estate elettorale. Invece, nisba: il centrodestra è sembrato in tutt' altre faccende affaccendato e lei è stata lasciata sola a meditare nel grande ufficio al trentaduesimo piano di Palazzo Lombardia, proprio un piano sotto quello del presidente Attilio Fontana che improvvisamente è diventato se non proprio un nemico, uno di quei vicini scomodi cui ogni tanto devi battere la scopa sul soffitto perché stanno facendo troppo casino. Stessi panorami su Milano e stessa foschia un po' afosa che aleggia sui grattacieli. Ma è chiaro che al piano di sopra, la vista sia migliore. Apparentemente.

 

«Mi è sembrata un po' confusa», ha dichiarato il governatore lombardo un po' acido, «bisognerebbe capire dove intende candidarsi».

Meno male che di lei si è ricordato l'onnipresente Carlo Calenda, ri-candidandola alla presidenza della Lombardia. Endorsement che Donna Letizia ha molto gradito. Spingendola a dire che se le risposte del centrodestra non arriveranno, «mi sentirò libera e indipendente». Di fare che?

letizia moratti salvini letizia moratti salvini

 

La soluzione al quesito si dice arriverà a fine agosto, quando verranno presentate le liste elettorali per Camera e Senato. Se nelle liste della Lega non vedrà il nome di Fontana, avrebbe detto l'altra sera a Salvini, vorrà dire che l'attuale governatore verrà ricandidato al Pirellone e lei trarrà le sue conclusioni salutando la compagnia. Poi si vedrà come vanno le cose, ma un piano "B", dice lei, ancora non esiste. Certo Forza Italia ormai va un po' stretta a tutti e dopo l'agguato a Draghi, di cui la Moratti era sincera estimatrice, non sarà sicuramente la Lega il partito dell'approdo. Non fosse altro perché le preferisce comunque Fontana. E qui, diciamo, casca l'asino. Perché quando donna Letizia venne chiamata dal vecchio amico Silvio Berlusconi e poi da Matteo Salvini per salvare i traballanti destini della Regione Lombardia piegata dal Covid e dal gaffeur Giulio Gallera, i patti erano che alla fine dell'immenso lavoro di restituzione della credibilità perduta del Pirellone, il 33esimo piano, ovvero la Presidenza della Lombardia, sarebbe toccato a lei.

letizia moratti letizia moratti

 

Poi, come spesso capita nella vita, un colpo di scena ha ribaltato le prospettive: Fontana, il cui destino sembrava segnato dalle inchieste giudiziarie, è stato completamente prosciolto e ha deciso di ricandidarsi con l'appoggio di Salvini. Non è detto anche di Fratelli d'Italia, che negli ultimi mesi ha eroso la maggioranza leghista traghettando vari consiglieri nei suoi steccati. È chiaro che i voti si peseranno a settembre ma Letizia Moratti nel frattempo lavora duramente, preoccupatissima di come la messa a terra dei fondi Pnrr dopo l'impallinamento di Draghi sia diventata adesso un'impresa molto, molto difficile: «Mi sono sentita tradita».

 

Rilancia: «Non vedo steccati ideologici. Io credo nei programmi, nell'ascolto e nel confronto, questa è sempre stata la mia bussola e sarà sempre così. Non si tratta di schieramenti ma di dare risposte». E a chi le chiede se si senta ancora a "casa" nel centrodestra, risponde: «Mi sono sempre considerata al servizio dei cittadini, e l'ho fatto sempre in maniera civica». Anche se lei ultimamente preferisce guardare «a quel 50 per cento di elettori che non va a votare» e che intende intercettare attraverso la sua base che passa dal cosiddetto "terzo settore", volontariato e società civile innervata dalla ricca borghesia milanese.

letizia moratti e matteo salvini letizia moratti e matteo salvini

 

Un mondo su cui pensa di poter contare in un'eventuale battaglia per la conquista del Pirellone o di chissà che altro. «In fondo - fa sapere - io sono un valore aggiunto». Dalla Lega riferiscono che non è ancora stata studiata una vera e propria strategia "anti Moratti", ma «se Fontana venisse indicato da tutte le forze politiche e lei dovesse confermare la sua disponibilità - si ammette - allora qualche riflessione andrà fatta».

 

letizia moratti e silvio berlusconi letizia moratti e silvio berlusconi

A Moratti «non interessa un ruolo di centro nazionale: è interessata alla candidatura alla presidenza della Lombardia, magari con una sua lista» insiste l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che della Moratti è buon amico e come lei rappresenta quel ceto borghese di centrodestra, alternativo e speculare al ceto borghese di centrosinistra (sarà un caso che le due Moratti, Milly e Letizia occupino poltrone in entrambi gli schieramenti?).

 

Insomma, come si dice a Milano, in questo momento il futuro di Donna Letizia è un bel "rebelot". Ma ci vuol niente perché questa eterna "brava ragazza", competente e manageriale quanto basta nella politica che piace ai ceti produttivi, alla fine ribalti il tavolo e venga chiamata a ruoli apicali.

 

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