LO STATO IN CAMERA DA LETTO – IN CINA SI POTRANNO FARE DUE FIGLI, MA PER FRENARE L’INVECCHIAMENTO DELLA SOCIETÀ È UN PO’ TARDI – NEL 2030 LA CINA SARÀ COME IL GIAPPONE – SENZA CONTROLLO DEL PREZZO DEGLI ALLOGGI E SENZA WELFARE FARE PIÙ FIGLI RESTA UN AZZARDO

L’analista Ian Brenner: “Mossa tardiva. Un secondo figlio non basta a invertire il trend. E non serve a nulla se si lascia inalterato il tasso di povertà”. Lo scrittore dissidente Qiu Xiaolong: “Decisione giusta. Ma si ricordi che le famiglie cinesi hanno avuto grandi problemi e attraversato molti dolori per colpa di quella regola del figlio unico”… -

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1.BREMMER: TROPPO POCO E TARDI. IL PAESE RISCHIA DI ESSERE IL NUOVO GIAPPONE

Paolo Salom per “Il Corriere della Sera"

cina figlio unico cina figlio unico

 

Con una crescita reale dell' economia vicina al 5 per cento, una struttura demografica della popolazione sempre più vicina a quella giapponese, anziana e stagnante, Pechino non aveva grande spazio di manovra. Ma la decisione di portare a due i figli per le coppie sposate è troppo poco, troppo tardi».


Ian Bremmer, fondatore e capo di Eurasia, il principale centro di ricerca specializzato in rischi geopolitici, non vede grandi cambiamenti in vista nella struttura delle società cinese.
Non a breve termine almeno.

Perché «troppo poco troppo tardi»?
«La legge sul figlio unico era già stata emendata parzialmente nel 2013 da Xi Jinping, consentendo di avere un secondo figlio alle coppie con uno dei coniugi a sua volta figlio unico. Un provvedimento che si è rivelato inefficace. Il trend demografico negativo è continuato. Con una tendenza all' invecchiamento capace di portare, nel 2030, la Cina sui livelli del Giappone: stupefacente. Il tutto lasciando in prospettiva inalterata il tasso di povertà. Era necessario cambiare, dare un segnale. Perché troppo poco troppo tardi?
Perché un secondo figlio non basterà a invertire il trend.

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La società cinese è sempre più istruita e urbanizzata. Ma gli stipendi e gli alloggi sono quello che sono. Perciò senza politiche di aiuto alle famiglie simili a quelle varate in Francia - assegni mensili, scuole, servizi essenziali - difficilmente assisteremo a un boom nelle nascite».

A suo avviso come cambierà la società cinese?

«Le spinte al cambiamento sono già presenti nella Repubblica popolare e non dipendono tanto dalla demografia quanto dalla crescita della classe media. Se qualcuno pensa che la Cina potrà andare incontro a carenza di lavoratori può mettersi l' animo in pace. La capacità organizzativa dell' Impero di Mezzo, unità al suo autoritarismo, è in grado di far fronte a qualunque emergenza: a Pechino basterà far rientrare i propri lavoratori che al momento stanno costruendo infrastrutture in mezzo mondo.

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O ancora, ordinare la mobilitazione di reparti dell' esercito e mandarli nelle fabbriche. Oppure possiamo immaginare che la crescente capacità tecnologica compenserà la diminuzione della forza lavora non specializzata. In realtà la Cina ha priorità ben maggiori rispetto alla riforma della pianificazione familiare. Penso ai problemi ambientali o alla liberalizzazione della società. Nel 2030 la Cina avrà una popolazione più vecchia e meno forza lavoro: ma il governo avrà tutto quello che gli occorrerà per mantenere la stabilità».

Se le cose stanno così, perché non cancellare ogni vincolo alle famiglie? Perché solo due figli?

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«Perché la completa liberalizzazione, in questo momento, potrebbe far perdere a Pechino il controllo sui grandi trend demografici, pensiamo soltanto ai movimenti tra le campagne e le città. Questo il regime non può permetterselo. Non sarebbe saggio. D' altro canto, se guardiamo a Paesi confinanti come la Russia e l' India, la Cina si trova senza alcun dubbio in vantaggio quanto a risorse e capacità di sfruttarle a proprio beneficio. In Cina hanno costruito un numero di città dal nulla che aspettano ancora di essere popolate. E il governo ha, nonostante la corruzione diffusa, una classe di tecnocrati preparati e molto efficienti capaci di adeguare le politiche alle necessità dei tempi».

Nonostante tutto un futuro roseo per la Cina?
«Un tempo c' era chi diceva che con una crescita del Pil sotto l' 8% la Cina sarebbe crollata. Non è avvenuto e siamo al 5% reale. Il sistema cinese è molto più duttile di quel che può apparire».

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anche perché c’è ormai il grande problema degli anziani: nessuno bada più a loro, non ci sono figli a sufficienza.

 

 

2. “UN PASSO AVANTI MA CHI RISARCIRÀ CHI HA PATITO TANTI DOLORI?”

Alessandra Baduel per “la Repubblica

 

«Buona notizia, ma chi risarcirà i tanti dolori e le tante famiglie rovinate lungo i decenni? ». Lo scrittore Qiu Xiaolong risponde da St. Louis, Stati Uniti, dove vive dalla fine degli anni Ottanta, quando era lettore in un’Università del Missouri e decise di restare lì perché sospettato in patria di aiutare gli studenti di Tienanmen. Ormai torna periodicamente in Cina e i suoi polizieschi pieni di riferimenti anche tradizionali si svolgono nell’attualità.

 

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Come Cyber China (Marsilio editore) che descrive la determinazione dei cinesi a conquistarsi la libertà di parola. «In quel libro», spiega, «c’è un personaggio adatto al tema di cui parliamo: il maleducato, arrogante figlio unico di una coppia di alti funzionari del partito, che combina guai certo dell’impunità perché viziato fin dalla nascita. È l’effetto “piccolo imperatore”, uno dei tanti risultati negativi della politica del figlio unico».

 

Dunque, lei è contento del cambiamento?

LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA

«Assolutamente sì. La struttura familiare cinese è stata danneggiata da decenni di proibizione, ora il ritorno a una libera scelta mi sembra un’ottima cosa. Le famiglie cinesi hanno avuto grandi problemi, attraversato molti dolori per colpa di quella regola. Per esempio, io ho un cugino che è stato costretto alla vasectomia. Lui, un tecnico, e la moglie, contadina, vivono in campagna. Hanno avuto due figlie, pagando la multa per la seconda. Avrebbero voluto un figlio maschio, ma sono stati obbligati a diventare una coppia sterile. La moglie è fuggita per non subire interventi: lui è stato costretto a subirlo al suo posto. Lei poi è ritornata a casa. Ma la loro ormai è una famiglia segnata per sempre, come molte altre».

 

Al primo allentamento delle politiche demografiche nel 2013, i trentenni intervistati rispondevano che in realtà era troppo tardi perché la Cina ormai è “a misura di figlio unico”. È d’accordo?

LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA

«Non del tutto. Di sicuro siamo ormai a un punto di snaturamento avanzato. Solo pochi giorni fa l’economista Xie Zuoshi ha proposto di risolvere la carenza di donne permettendo che ognuna sposi più uomini. Un incitamento alla poliandria — ed è un docente. Sono idee assurde che nascono dalla distorsione provocata da quella legge. Ma non credo che sia troppo tardi per cambiare. Perlomeno in campagna.

 

LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO IN CINA

Lì, sono convinto che torneranno di corsa alla normalità del fare più figli, anche perché c’è ormai il grande problema degli anziani: nessuno bada più a loro, non ci sono figli a sufficienza. La famiglia ideale cinese tradizionale era quella di quattro generazioni unite e solidali sotto lo stesso tetto. Ma certo capisco che nelle grandi città sarà parecchio più complicato. I costi della vita sono alti, il lavoro competitivo, l’educazione di un figlio molto impegnativa».

 

IAN BREMMER IAN BREMMER

C’è anche quella che viene chiamata “sindrome del figlio unico”: aver vissuto il dolore di vedere abortire la propria madre, porta a reagire non facendo figli per non dare “uno strumento al potere”. Cosa ne pensa?

«Sono persone che hanno subito grandi dolori, appunto. E la mia domanda resta la stessa: oltre a cambiare le regole, qualcuno per caso sta pensando a come ricompensare le vittime di quel grande errore?»

 

 

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