1 - IL SABATO DELLE SALME
Estratto dell’articolo di Marco Travaglio per “il Fatto quotidiano”
[...] Di Maio. È il Renzi dei 5Stelle. Beniamino dei giornaloni (quelli che gli davano del bibitaro), ma non più degli elettori (vedi insulti sui suoi social), ha giocato fin da subito per Draghi (che un anno fa voleva "uccidere in Parlamento"), contribuendo a mandarlo al massacro, contro il suo leader e il suo movimento.
Ha incontrato, sentito e promesso voti a tutti, anche a quelli che quattro anni fa non voleva vedere neanche in cartolina. Ha definito "mia sorella" la Belloni, poi ha fatto di tutto per impallinarla. Per molto meno, se fosse ancora il capo dei 5Stelle, si sarebbe già espulso.
2 - DI MAIO E CONTE, SCAMBIO AL VELENO NEL MOVIMENTO PARTE IL PROCESSO AL CAPO
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
Una tregua durata una giornata e poi di nuovo guerra. E senza mezze misure. Il Movimento non conosce pace. Dimaiani e contiani si punzecchiano tutto il giorno. Un ping pong di stoccate. «Belloni? Non la abbiamo eletta per colpa di chi ha manie di protagonismo».
«I piani di chi voleva Draghi al Colle sono falliti». Poi si scontrano direttamente i pesi massimi. Giuseppe Conte punta Di Maio dopo le parole sulla direttrice del Dis: «Ci saranno occasioni nella comunità del M5s per tutti i chiarimenti necessari. Sono state ore febbrili, finora non c'è stato modo di chiarire il significato di alcune uscite».
Il ministro degli Esteri in serata si fa sentire: «Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni». Poi l'affondo. «Nel Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione interna».
Conte preferisce non replicare all'attacco diretto, ma chi è vicino al leader fa presagire che «presto» ci sarà la resa dei conti tra i due. Fonti autorevoli contiane, invece, ribattono: «Si tratta di un gesto di disperazione dopo la sconfitta di non aver portato Draghi al Quirinale». I vertici intanto lavorano a una «fase due»: rilancio del ruolo di governo, legge elettorale, oltre al confronto con alleati e big M5S.
Il Movimento dopo l'elezione del capo dello Stato prova voltare pagina. Conte nei prossimi mesi cercherà di costruire il percorso in vista delle Politiche del 2023 e di rilanciare l'azione dei Cinque Stelle in seno all'esecutivo. Non a caso il presidente M5S già annuncia: «Con Draghi ho chiesto un chiarimento. Non possiamo limitarci ad assicurare la stabilità del governo, dobbiamo essere promotori di un confronto per siglare un patto per i cittadini in cui individuare quali possano essere le priorità» del Paese. Il no all'investitura del premier al Colle è vissuto come un risultato, ma la rielezione di Mattarella lascia strascichi anche nei rapporti con il Pd, ora ai minimi termini.
giuseppe conte matteo salvini meme
Le ultime ore della trattativa sono condite da retroscena e voci. Si parla di un asse nella notte con Lega e Fratelli d'Italia e altri (con 561 voti e più a disposizione sulla carta) per provare il blitz su Elisabetta Belloni nonostante i veti dem. «Ma no, solo tattica e controtattica», minimizzano nel Movimento. «Non diciamo fesserie», commenta Conte. Così come si racconta di un tentativo di un'ala del Movimento di sgonfiare al penultimo scrutinio le preferenze per Mattarella.
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1
Indiscrezioni senza conferma, che sono il preludio alle dichiarazioni che seguiranno in giornata. Intanto, i parlamentari festeggiano: molti sostengono che ha vinto la linea del gruppo e che questo deve essere un segnale per il futuro del Movimento. Ma a tenere banco tra deputati e senatori è anche il rapporto - scricchiolante - con i dem. Viene contestata la lettura di un Pd vincente: «Volevano Draghi al Colle e hanno perso». I nodi riguardano soprattutto la tenuta della coalizione dopo i sospetti e le tensioni su Belloni. «Non ci faremo mettere i piedi in testa dal Pd», dice un grande elettore. «Che vadano pure da soli, noi non abbiamo poltrone da perdere».
la donna candidata da salvini e conte
L'idea è quella di rilanciare presto, già in primavera, la riforma della legge elettorale con il ritorno al proporzionale. Il clima è teso. Dai vertici del M5S si riannodano le trame della giornata di venerdì e filtra l'indiscrezione che durante la trattativa tra i leader sia stata sottoposta a Matteo Salvini una lista di tre nomi, tra cui Belloni e Severino, lista che aveva avuto il placet di Leu e Pd. «Quando Salvini ha dichiarato di essere d'accordo sulla candidatura di una donna al Quirinale, Conte ha accolto con favore questa disponibilità a nome del fronte progressista», spiegano nel M5S.
E argomentano: «Successivamente, poi, è stato il Pd, e in particolare Guerini, che si è messo di traverso e ha scelto di defilarsi». Tuttavia, ai piani alti dei Cinque Stelle si dicono convinti che «nelle prossime settimane la situazione si chiarirà».
mario draghi luigi di maio mario draghi luigi di maio 1 giuseppe conte beppe grillo luigi di maio