Giuseppe Colombo per https://www.repubblica.it/ - Estratti
FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO
La Penelope della manovra appare al Senato nel pieno della notte da tregenda. Si autodenuncia, Claudio Lotito. Sbuffa, davanti alla sala Koch. Dentro i colleghi senatori della commissione Bilancio votano gli emendamenti alla Finanziaria. Lui, guadagnato un divanetto in pelle, sfodera un tono di sfida: "Che senso ha votare così? Non passa niente, non ti danno niente, ma io un segnale a loro gliel'ho dato". Al governo che il suo partito, Forza Italia, sostiene. Ma nella lunga notte della legge di bilancio a Palazzo Madama, gli azzurri si fanno pungolo. Sbottano, pretendono. E disfano la tela.
Quello del patron della Lazio è un assillo più che un segnale: il taglio alle agevolazioni per i calciatori, recita la richiesta, deve essere rinviato al 2028. Un ritornello che ripete fino alle tre e mezza di notte, quando la commissione è intenta a bocciare, uno dopo l’altro, gli emendamenti delle opposizioni.
Ma l’assalto si frantuma contro il muro del governo.
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A un certo punto la riunione si interrompe. Il forzista Dario Damiani lascia l’aula per qualche minuto. Si apparta e consegna al telefono un messaggio perentorio: “Non esiste proprio, noi vogliamo sei milioni in spesa corrente e sei in quota capitale. E punto”.
Sa, il senatore Damiani, che la vera partita si giocherà a notte fonda, dopo che la commissione avrà cestinato gli emendamenti delle opposizioni. Subito dopo si passerà a votare gli emendamenti dei relatori, i contenitori delle micro-norme concesse ai partiti. Lì dentro ci sono soldi freschi e risorse per gli investimenti, in conto capitale.
Ma lo schema messo a punto dal governo non contempla fughe in avanti. Tutto si regge su un equilibrio delicato: non euro in più a un partito invece che a un altro. Le tabelle dei ministeri, il pozzo dei soldi, sono state tirate al massimo.
giorgia meloni antonio tajani in senato
“Tacea la notte placida”. Giuseppe Verdi, Il Trovatore. L’orologio segna cinque minuti dopo l’una. E in commissione matura il sereno. Le opposizioni mettono a punto l’emendamento unitario che destina 40 milioni a misure per la lotta contro la violenza sulle donne.
Ma due ore dopo arriva un nuovo fascicolo. Altre misure. “Notte, perpetua notte che qui regni”. I due Foscari, il sempiterno Verdi. Il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris ha un sussulto. Damiani gli dà man forte. “E il Superbonus?”. È un richiamo a una speranza che Forza Italia nutre da giorni, per la richiesta avanzata al ministero dell’Economia: una norma “salva-condomini”, da tradurre in un Sal straordinario per certificare l'avanzamento dei lavori nel 2023, salvaguardando così l'agevolazione piena. All’ultimo momento, dentro la manovra.
Ma la parola Superbonus non compare nei fogli che i commessi conducono dalla fotocopiatrice ai banchi dei senatori. Il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti non ha cambiato idea. “Radioattivo” era il 110% il giorno prima, nella definizione data alla kermesse di Atreju. E radioattiva resta l’idea di un intervento.
Ma dentro il fascicolo ci sono le riformulazioni attese. E tutti possono rivendicare di essere riusciti a strappare qualcosa, nella seduta “a favor di tenebre”. I “ciellini” di governo, come Noi Moderati di Maurizio Lupi, portano a casa 500 mila euro all’anno, fino al 2026: soldi alla Fondazione per la sussidiarietà, area Cl.
Sorride anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il cognato d’Italia: due milioni all’anno, dal 2024, per gli uffici di diretta collaborazione. E 90 assunzioni all’Agea, l’Agenzia per l’erogazioni in agricoltura.
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MELONI LOTITO giorgia meloni antonio tajani