Andrea Bassi per “il Messaggero”
Il pacchetto famiglie che sarà contenuto nel decreto aiuti che il governo approverà domani, sta prendendo forma. Le riunioni tecniche si susseguono. E modifiche, spiegano i tecnici impegnati sul dossier, ci saranno fino all'ultimo minuto. Il governo sta cercando in tutti i modi di portare la dote del decreto da 6 a 10 miliardi di euro, ma senza mettere mano ad uno scostamento di bilancio.
I soldi in più necessari a rafforzare le misure per le famiglie, potrebbero arrivare da un nuovo congelamento dei fondi del ministero dell'Economia e da un aumento dal 10% al 15% della tassa sugli extraprofitti. Quest' ultima, da sola, varrebbe 2,5 miliardi, ma al Tesoro ci sono molti dubbi sulla sostenibilità di questa misura davanti alla Corte Costituzionale. Ma a cosa servirebbero i soldi in più?
IL PREZZO DEI CARBURANTI - GRAFICA IL MESSAGGERO
Il lavoro tecnico, come si diceva, è in corso. Il confronto e aperto (e anche acceso) su decontribuzione e bonus sociale sulle bollette. L'unica misura che al momento appare blindata, è il rinnovo dello sconto di 25 centesimi sulle accise della benzina che, grazie agli effetti anche sull'Iva, porta la riduzione del prezzo dei carburanti alla pompa a 30 centesimi.
Lo sconto sarà prorogato fino al prossimo 30 giugno. Il vero tema è come aiutare le famiglie in difficoltà per il caro-energia e il caro-alimenti, senza innescare una spirale salari-prezzi. Il governo vorrebbe dare un segnale immediato alle famiglie con i redditi più bassi. Sul tavolo c'è il rafforzamento del bonus sociale, in pratica uno sconto in fattura sulle bollette.
La fascia di Isee per accedere al bonus è già stata portata da 8.265 euro a 12.000 euro. Crescerà molto probabilmente fino a 15 mila euro. Oppure in alternativa la misura sarà allungata per un altro trimestre, fino alla fine di settembre. Si tratterebbe di un aiuto consistente. Secondo le indicazioni di Arera, l'Autorità di settore, lo sconto su una bolletta trimestrale per un nucleo familiare composto da padre, madre e un figlio, è di 165,60 euro che equivale a uno sconto su una bolletta media attorno al 25 per cento.
In realtà c'è chi spinge per portare il bonus sociale anche oltre i 15 mila euro di Isee. Fino a 20 mila euro, in modo da coprire una platea molto larga di famiglie alle prese con il caro-bollette. Ma molto dipenderà dalla forma che prenderà l'altro dossier sul tavolo, quello sulla decontribuzione. Un dossier che comunque, fino a ieri sera, sembrava essere in bilico per la carenza di risorse.
LA SPONDA
Palazzo Chigi, con la sponda del Pd, ha comunque messo i tecnici a lavorare su un'ipotesi di rafforzamento del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori. Le alternative esaminate sono diverse. Si va da un innalzamento della decontribuzione dello 0,8% introdotta con l'ultima manovra, fino a un bonus fisso di 200 euro una tantum in busta paga per chi ha redditi fino a 35 mila euro. Non è nemmeno escluso che si possa optare per un bonus una tantum, da riassorbire una volta che la fiammata inflazionistica si sarà placata.
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Il nodo però, restano le risorse. Per questo sgravio erano inizialmente stati stanziati 800 milioni. Il che comporterebbe un aiuto di pochi euro al mese. Sarebbe controproducente. La decontribuzione, per avere qualche effetto concreto ha bisogno di molte più rirorse. Confindustria ha chiesto uno stanziamento di 16 miliardi.
Troppi di questi tempi. Per i giovani di Confindustria, anche uno stanziamento di 1,5 miliardi sarebbe una «elemosina di Stato» alla quale hanno detto no. Anche i sindacati sono freddi. Decidere una misura come il taglio del cuneo senza averli convocati per avviare quel tavolo che dovrebbe portare al Patto sociale chiesto dallo stesso Draghi, sarebbe un passo falso. Probabile, insomma, che il governo orienti le risorse disponibili direttamente sul bonus per le bollette, rimandando i taglio del cuneo a valle di un confronto con le parti sociali.
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