Via all’iter, in Senato, della legge sul doppio cognome: è partita in commissione Giustizia al Senato la discussione congiunta dei disegni di legge. Sono quattro le proposte presentate da gruppo Autonomie, Pd, M5S e Avs. E che incassano anche il sostegno di Giulia Bongiorno, presidente della commissione. leghista, «estremamente favorevole» a una regolamentazione della materia.
«Bisogna tenere conto che siamo riusciti a farci scavalcare dalla Corte costituzionale, ma ora dobbiamo essere noi a fare delle scelte», spiega. «Non voglio che ci siano dei contrasti tra uomini e donne. Bisogna tener conto di una commissione che ha posizioni diverse, c’è chi non vuole toccare nulla, però è necessario trovare un punto di equilibrio».
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Anche se «per me il cognome è soltanto un’etichetta e non vedo perché un figlio debba averne una sola». «Il Pd ha chiesto la trattazione di questo provvedimento in quota opposizione», ricorda la senatrice dem Anna Rossomando, che ne è la relatrice. «Ci sono diverse proposte, faremo un approfondimento e spero che sarà approvato a larghissima maggioranza».
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Nel frattempo, con le sentenze della Consulta, non esiste più l’automatismo dell’attribuzione del solo cognome paterno. «Tuttavia ci sono aspetti che hanno bisogno di essere normati». Per Valeria Valente, senatrice pd «questa legge ha un forte valore simbolico, oltre che pratico . Le madri sono ora invisibili nella genealogia, recuperare il cognome materno sarà un passo storico verso la parità».
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