TOGHE PULITE - PALAMARA SI CONFESSA A MONSIGNOR PAGLIA: "CON PIGNATONE, BISOGNA GIOCARE CON LE STESSE ARMI" –"IL VERO TEMA CHE LORO HANNO AVUTO PAURA CHE NOI ABBIAMO FATTO L'OPERAZIONE ERMINI" - PAGLIA CHIEDE DI MATTARELLA E PALAMARA SI LAMENTA CHE LUI È UNO 'SPETTATORE': "NAPOLITANO ERA IL CONTRARIO DI MATTARELLA"

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Antonio Massari e Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”

 

LUCA PALAMARA LUCA PALAMARA

Il 21 maggio scorso Luca Palamara è un uomo in guerra su due fronti. E dagli atti della procura di Perugia emerge un dato costante: il pm romano non intende arretrare di un millimetro su nessuno dei due. Sa di essere indagato per corruzione, dai pm umbri, per le vacanze che, secondo l' accusa, gli avrebbe pagato l' imprenditore Fabrizio Centofanti.

 

E sa anche che le sue manovre per portare, a capo della procura di Roma il magistrato Marcello Viola necessitano di un' attenzione costante. Il suo obiettivo è farsi poi nominare procuratore aggiunto. Che di tutto ciò Palamara parlasse con una parte del mondo politico, con l' ex ministro dello Sport Luca Lotti e l' ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, entrambi parlamentari del Pd e non indagati, per gli investigatori è un fatto ormai noto.

LUCA PALAMARA ADELE ATTISANI LUCA PALAMARA ADELE ATTISANI

 

Quando però lo intercettano all' interno di un bar, alle 8.40 del mattino, quel 21 maggio scoprono che Palamara confessa cosa stesse accadendo nel Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) anche a un alto prelato: monsignor Vincenzo Paglia, già vescovo di Terni e dal 2016 presidente della Pontificia accademia per la Vita.

Il trojan (un software capace di fare intercettazioni ambientali) istallato sul cellulare di Palamara restituisce l' immagine di un uomo combattivo che annuncia i suoi propositi all' arcivescovo.

MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA E GIANNI LETTA MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA E GIANNI LETTA

 

"Bisogna giocare con le stesse armi", dice il pm romano a Paglia. Il suo rancore verso il procuratore capo uscente di Roma, Giuseppe Pignatone, con il quale c' è stato un "corto circuito", emerge sin dai primi istanti. Il brogliaccio redatto dagli investigatori della Guardia di Finanza riporta in sintesi la manovra di Palamara per far votare, in seno alla commissione del Csm, il procuratore aggiunto di Firenze Marcello Viola al posto del Francesco Lo Voi, a oggi procuratore a Palermo e considerato - in altre conversazioni - il magistrato che porterebbe la "continuità" con l' era di Giuseppe Pignatone.

 

Palamara e Pignatone Palamara e Pignatone

"Sono uno dei fautori per aiutare Pignatone" - "Palamara - annotano gli investigatori - dice (a monsignor Paglia, ndr) che Pignatone non ha tenuto specificando che un giorno gli racconterà tutto per bene, ossia le cause del corto circuito".

Poi passa a raccontare quel che dovrebbe accadere in seno al Csm: "Palamara dice che probabilmente oggi ci sarà il voto del nuovo Procuratore aggiungendo che una parte non vuole Viola". E continua: "Io sono stato uno dei fautori per aiutare Pignatone di portare Lo Voi a Palermo, però a Roma, alla luce di tante cose che sono successe, io voglio, cioè io non posso fare (incomprensibile) il numero suo a vi.., quindi Viola è più vicino a noi, questo va fatto fondamentalmente con un altro schieramento, diverso (incomprensibile)".

monsignore vincenzo paglia e lamberto petrecca monsignore vincenzo paglia e lamberto petrecca

 

Se Pignatone ha "avuto un peso", aggiunge, è "grazie alla squadra di Roma". Quindi il pm passa ulteriormente al dettaglio: "Su questi tre, è chiaro che Viola è più vicino a me, più vicino a Ferri, questo fa parte della vita. Loro dicono, tu stai dietro a questa cosa e ti iniziamo a (incomprensibile)".

 

"Hanno mandato a Perugia un fascicolo" - Palamara non si limita a parlare della sua battaglia sul fronte Csm. Racconta anche quel che sta accadendo a Perugia, dove la procura ha aperto un fascicolo che lo vede indagato per corruzione.

Sergio Mattarella a colloquio con il presidente emerito Giorgio Napolitano Sergio Mattarella a colloquio con il presidente emerito Giorgio Napolitano

Durante la conversazione - scrivono i finanzieri - Palamara accenna anche all' inchiesta di Perugia, che nasce proprio da un' informativa inviata da Roma, dove venivano evidenziati i suoi rapporti con l' imprenditore Fabrizio Centofanti.

 

"Addirittura - dice Palamara a Paglia - c' è una cosa che hanno mandato a Perugia, un fascicolo, su una persona che frequentavamo insieme a Pignatone, sono cose, ti dico, che veramente è una cosa ". A questo punto però "Paglia - si legge ancora nei brogliacci - chiede di Mattarella e Palamara dice che lui è uno 'spettatore', lamentandosi proprio di questo". Il magistrato poi aggiunge che "Napolitano era il contrario di Mattarella".

 

marcello viola procuratore generale firenze 2 marcello viola procuratore generale firenze 2

Il monsignore a quel punto gli chiede informazioni su Viola: "Non segue certe tendenze che ci sono dentro gli uffici della Procura di Roma - risponde Palamara - in particolar modo di Ielo (procuratore aggiunto di Roma, ndr), di questa gente sulla quale Pignatone si è appoggiato troppo". Poi il pm, lamentandosi dello "sterile sputtanamento" nei suoi confronti, aggiunge: "Il vero tema che loro hanno avuto paura che noi abbiamo fatto l' operazione Ermini, il vice presidente del Csm (incomprensibile), abbiamo saldato queste due componenti".

PAOLO IELO PAOLO IELO

 

Spina, l'"astro nascente" del Consiglio Superiore - Durante l' incontro del 21 maggio interviene una terza persona, che nel brogliaccio la Finanza non identifica. Palamara lo definisce "un astro nascente del Csm". Il Fatto lo ha identificato: si tratta di Luigi Spina, ex consigliere del Csm, dimessosi perché indagato per rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento nei riguardi del magistrato romano. "Sì", dice Spina al Fatto, "quella mattina Palamara mi ha presentato un monsignore, ma non rammento altro, mi trattenni solo pochi minuti".

LUIGI SPINA LUIGI SPINA

 

Contattato dal Fatto anche Paglia conferma l' incontro con Palamara: "Non lo vedevo da tempo. Ci siamo intrattenuti in un bar a piazza Fiume, perché dovevamo parlare di argomenti personali legati alla sua famiglia.

Poi gli ho chiesto come stesse e mi ha raccontato di quel che sarebbe accaduto nella procura di Roma. M' informai sul comportamento di Mattarella perché mi raccontò dei diverbi nel Csm: ero curioso di conoscere quale fosse la posizione del Presidente della Repubblica.

Tutto qui. E lui, in effetti, ricordo che mi disse che non era come il presidente Napolitano".

 

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