P. D. C. per il “Corriere della Sera”
Come nel 2018, al tavolo sul programma del centrodestra a rappresentare Fratelli d'Italia, oggi con Raffaele Fitto, ci sarà lui. Perché Giovan Battista Fazzolari, definito da Giorgia Meloni «una delle persone più intelligenti che abbia mai avuto la fortuna di conoscere», è fedelissimo consigliere della leader e anche tra gli ideologi delle scelte di un partito che cresce esponenzialmente.
Oggi lei sarà la voce della forza trainante del centrodestra: che proporrete?
«Come nel 2018, dovremo scrivere un programma comune molto snello, che rappresenti il perimetro minimo sul quale siamo tutti d'accordo. Il resto - le singole proposte, il meccanismo con cui si vuole raggiungere il risultato - sarà contenuto nei programmi di ogni lista. E sottoposto al giudizio degli italiani».
Cioè, alla fine chi avrà più peso deciderà quale ricetta concreta portare avanti?
«È chiaro che sui grandi temi non avremo difficoltà ad avanzare proposte comuni. Ma votare un partito o l'altro non è indifferente per stabilire modi e priorità dell'azione di governo, come per indicare premier e composizione dell'esecutivo».
Salvini veramente propone di indicare i ministri prima del voto.
«È un tema che compete ai leader, ma noi pensiamo che, in caso di vittoria, i ministri vadano nominati dopo il voto anche in base ai risultati, non a prescindere dalle indicazioni dei nostri elettori. È anche rispetto della volontà popolare, principio a cui ci atteniamo da sempre».
Programma: la vostra premessa è?
«Come ha detto Giorgia Meloni, noi vogliamo governare, non solo andare al governo. Nel programma comune dovranno essere contenuti solo progetti realistici, non promesse irrealizzabili che magari ti fanno vincere ma poi portano al caos. E sicuramente, vogliamo che sia chiara la nostra posizione di rispetto delle alleanze internazionali, a partire dalla guerra in Ucraina: nessun allontanamento dal sostegno e dagli accordi concordati con i nostri partner internazionali».
Quali sono le vostre richieste inderogabili?
«La riforma presidenziale. Un eventuale governo a guida Meloni la porrebbe tra le priorità del primo anno».
La Lega chiede si punti sull'autonomia.
«Se ancorata alla riforma presidenziale, ci sembra una richiesta condivisibile».
VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO 2
Sui temi economici si aspetta problemi?
«No, mi aspetto unità di visione, dal fisco al no all'aumento delle tasse, agli aiuti alle imprese che assumono, al cuneo fiscale...».
Però, ad esempio, sul recupero fiscale ci sono idee diverse tra voi e la Lega.
«Ecco, questo è un punto che ognuno nel proprio programma affronterà. La Lega parla di rottamazione delle cartelle, noi di tregua fiscale con un accordo tra debitore e fisco, ma la finalità è la stessa: rimettere in carica chi oggi schiacciato dal peso di debiti fiscali non può pagare».
E sulle pensioni? Berlusconi parla di 1.000 euro per le minime, Salvini di quota 41.
«Sull'aumento delle minime siamo tutti d'accordo, come su una certa flessibilità in uscita, le tecnicalità dovremo affrontarle una volta al governo: saranno poi i cittadini a indicare quali misure preferiscono, premiando i partiti che le propongono».
Abolirete il reddito di cittadinanza?
«Anche su questo c'è intesa. Noi nel nostro programma proporremo che venga riscritto l'intero sistema di ammortizzatori sociali, sia prevedendo le stesse tutele per dipendenti e autonomi, sia lasciando un sussidio per over 60 e per chi non ha lavoro solo se ha a carico figli minori».
SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY
Vi aprirete a candidature esterne?
«Credo vadano contemperate due esigenze: quella di dare spazio a persone capaci e autorevoli che hanno già lavorato con noi, che ci sono state vicine, con quella di non compromettere la forza di FdI, la compattezza. Chi proviene da percorsi civici potrebbe non sempre comprendere e quindi avere difficoltà ad adeguarsi».