Francesco Bechis per www.formiche.net
“Ha una strana idea di diplomazia”. A Mosca si sono arrabbiati con Luigi Di Maio. Il ministero degli Esteri russo ha diramato una nota al vetriolo contro il titolare della Farnesina. L’accusa? Aver condannato senza se e senza ma l’invasione del Donbas disposta da Vladimir Putin e promesso nuove sanzioni se l’escalation dovesse proseguire.
A far andare su tutte le furie la diplomazia russa e la sua macchina comunicativa l’annuncio di Di Maio, durante il question-time sulla crisi ucraina al Senato, della sospensione dei vertici diplomatici con Mosca fin quando non ci saranno passi concreti per frenare l’invasione militare. Una decisione adottata anche da Stati Uniti e Francia.
“La diplomazia è stata inventata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare tensioni e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”, sibila il ministero guidato da Sergei Lavrov. “No alle provocazioni, l’Italia è impegnata a trovare soluzioni diplomatiche per scongiurare una guerra”, rispondono in serata dalla Farnesina.
Dopo una riunione con il ministro, il premier Mario Draghi ha deciso di annullare la sua imminente visita a Mosca da Putin. Un incontro, aveva spiegato in conferenza stampa giorni fa, chiesto proprio dal Cremlino e ora ritenuto non opportuno alla luce delle manovre militari russe in Ucraina.
Anche se a Mosca “si lavora ancora” per salvare il faccia a faccia, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov all’Agi. “I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale”, si legge ancora nella nota russa citata dalle agenzie governative Interfax e Tass.
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Non si ricorda a memoria un attacco così diretto del ministero degli Esteri russo contro un ministro italiano. Complice la posizione netta che Di Maio ha preso sulla crisi ucraina fin dall’inizio delle tensioni, con una dura condanna diramata lunedì sera, quando Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk e dato il via libera all’invio delle truppe russe.
Non è chiaro se il passaggio sulle “cene di gala” e i “piatti esotici” riguardi una tappa delle recenti trasferte diplomatiche di Di Maio a Kiev e a Mosca con l’obiettivo di offrire una mediazione italiana nella crisi. Difficile che al Cremlino abbiano gradito il question-time del ministro in aula questa mattina, in cui ha ribadito la disponibilità del governo italiano a lavorare con Ue e Stati Uniti a ulteriori “sanzioni ferme ed efficaci” se necessario.
Certo, la macchina comunicativa della diplomazia russa non è nuova a sortite del genere, diventate sempre più frequenti da quando le redini sono passate in mano alla battagliera portavoce Maria Zakharova, proprio oggi finita nel mirino delle nuove sanzioni Ue insieme all’inner-circle di Putin. Suo un recente attacco contro il direttore di Repubblica Maurizio Molinari in cui ha definito un editoriale del giornalista “un’assurdità” invitandolo a utilizzare le copie del suo giornale per “riscaldarsi casa”.
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