Io c’ero. Bacioni da Milano! pic.twitter.com/yJRhK051OF
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 18 maggio 2019
L'INCURSIONE DI CALENDA E IL POPOLO VERDE SI FA I SELFIE CON LUI
Cesare Zapperi per il ''Corriere della Sera''
Un' incursione di un quarto d' ora, nel cuore di piazza Duomo, pochi minuti prima del via alla manifestazione sovranista. Le «sciure» attempate con il fazzoletto verde al collo lo fermano per farsi un selfie; un ragazzo si confronta pacatamente sulla flat tax (e in cambio riceve l' indirizzo mail per proseguire il dialogo in rete); solo un uomo di mezza età gli urla, ma con il sorriso sulle labbra, «hai sbagliato posto».
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A Carlo Calenda il popolo leghista riserva una buona accoglienza. Matteo Salvini alla vigilia aveva sparato la sua immagine su Facebook per assicurare che «lui non ci sarà».
«E io invece sono venuto - spiega l' ex ministro ora candidato con il Pd alle elezioni Europee - perché non ho paura di confrontarmi con le persone. È lui che mi tratta come un delinquente e pubblica una mia foto come se fossi un camorrista». E parte la stoccata: «Io nella tana del lupo? Ma quello al massimo è un lupacchiotto. C' è poco spessore...».
Sono le 15.30 quando Calenda passa dai varchi che danno accesso alla piazza. Fa pochi passi e subito un capannello di persone, più sorprese che infastidite per la sua presenza tra bandiere e simboli leghisti, gli si raduna attorno.
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«Questa Europa non funziona. Voi la volete tenere in piedi. Ha ragione Salvini che la vuole cambiare» gli contesta una signora. L' ex ministro ascolta e ribatte: «L' Unione europea va migliorata ma ci ha evitato la catastrofe. Il pericolo viene dai Paesi a cui guarda la Lega, Polonia e Ungheria, che non ci aiutano sui migranti e ci rubano i posti di lavoro accogliendo le aziende che delocalizzano».
Un gruppo di militanti leghisti gli chiede: «Che ci fa qui?». «A me piace confrontarmi in modo civile» la risposta che ottiene come controreplica un «ma noi siamo civili, sono gli altri che sono razzisti...». Calenda avanza nella piazza, la gente gli dice che «Salvini è l' unico leader» ed è con lui che si deve misurare. L' ex ministro non si sottrae, anzi: «Io lo voglio un confronto con il segretario della Lega. Chiedo un faccia a faccia sull' Europa, sui temi concreti. Facciamolo dove vuole lui, anche in una piazza se si sente più a suo agio».
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È passata una ventina di minuti, Calenda oltrepassa di nuovo le transenne e lascia la piazza. Nessun fischio, nessun insulto: la «provocazione» sembra riuscita. Ora tocca a Salvini parlare dal palco.
«Me ne vado perché non si disturbano i comizi degli altri» l' ultima battuta prima di affidare a Twitter una immagine della sua incursione: «Io c' ero. Bacioni da Milano».
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