Estratto dell’articolo di L.Cr. per il “Corriere della Sera”
BENJAMIN NETANYAU CON RECEP TAYYIP ERDOGAN
Ormai tutti i punti di passaggio per la Striscia sono continuamente percorsi dalle truppe israeliane. A ridosso delle zone di battaglia con la guerriglia di Hamas i contingenti entrano ed escono a piacimento, il controllo dell’aria è assoluto. […] Israele continua ad allargare e intensificare l’offensiva verso i campi profughi e le zone urbane nel centro-sud della Striscia: cuore dei combattimenti restano Khan Younis e Rafah, sul confine con l’Egitto.
Per la grande maggioranza dei circa due milioni e 300mila palestinesi concentrati nelle aree meridionali l’esistenza si è fatta sempre più precaria. […] Il ministero della Sanità controllato da Hamas riporta la morte di un paio di centinaia di persone in 24 ore. Salirebbe dunque a oltre 21.100 il conteggio dei decessi palestinesi. Ma non esistono fonti indipendenti credibili per verificare questi numeri.
I responsabili dell’Onu protestano: l’intensità dei combattimenti impedisce l’invio degli aiuti umanitari. […] il presidente egiziano Al Sisi ha incontrato al Cairo il re giordano Abdallah e i due hanno fatto fronte comune per ribadire la necessità di bloccare qualsiasi progetto israeliano di espellere i palestinesi all’estero. Sale anche la tensione tra Gerusalemme e Teheran. L’ambasciatore iraniano all’Onu, Saeed Iravani, ha scritto una lettera al Segretario generale, Antonio Guterres, nella quale accusa Israele di «terrorismo» per il recente assassinio in Siria del generale delle Guardie della Rivoluzione (i Pasdaran), Seyyed Razi Mousavi, e minaccia rappresaglie armate.
La ripresa degli scambi a fuoco tra soldati israeliani e i miliziani del gruppo filoiraniano dell’Hezbollah in Libano testimonia la gravità della tensione. Benny Gantz, l’ex capo di Stato maggiore che fa parte del gabinetto di guerra, avvisa che se Hezbollah non cessa di colpire la Galilea «allora dovrà pensarci Israele».
A gettare benzina sul fuoco della crisi regionale arrivano anche le parole del presidente turco Erdogan, che ha paragonato Netanyahu a Hitler. «Abbiamo visto i campi nazisti di Israele negli stadi», ha detto provocatoriamente il presidente turco, riferendosi ad un video che mostra gruppi di prigionieri palestinesi nudi alla cintola in un campo da calcio a Gaza. La risposta del premier israeliano non si è fatta attendere: «Erdogan, che perseguita i curdi e detiene in carcere un numero record di giornalisti, è l’ultimo a poterci fare la morale».
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