giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia. 2
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
Il risultato del voto in Polonia avrà in Europa ripercussioni a cui l’Italia è interessata in modo particolare. Non è una vittoria della sinistra, […] perché Tusk aderisce al Partito Popolare, quindi siamo nell’ambito del centro o del centrodestra. Tuttavia il dato è chiaro: vince una Polonia liberaleggiante che guarda all’Unione; perde una destra nazionalista, certo atlantica e anti-russa, ma altrettanto euroscettica.
L’affermazione di Tusk sta nella capacità di coalizione, che gli permetterà di mettere in piedi un governo più facilmente dello spagnolo Sanchez […]. Viceversa il premier uscente Morawiecki è finito in un vicolo cieco: ha, sì, ottenuto la maggioranza relativa, ma ha perso ogni possibilità di creare un’alleanza di governo.
Nemmeno attraverso l’intesa eventuale con un’estrema destra le cui posizioni sono peraltro inaccettabili, tanto che l’ipotesi non è accreditata. L’esito polacco favorisce l’establishment europeo, quell’intesa parlamentare tra democristiani e socialisti, più i seguaci di Macron e “Renew Europe”, che a un certo punto sembrava minacciata dall’avanzare delle formazioni nazionaliste (“sovraniste”).
GIORGIA MELONI MATEUSZ MORAWIECKI SANTIAGO ABASCAL
L’idea […] era costruire dopo il voto del 2024 una possibile alternativa alla maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen. Una maggioranza fondata sui Popolari spostati a destra e il gruppo dei Conservatori di cui Giorgia Meloni è stata a lungo l’animatrice. Ma le cose non sono andate come qualcuno sperava. Il primo segnale si è avuto con le elezioni in Spagna. La nostra premier si era molto spesa per il partito neo-franchista di Vox, poi sconfitto nelle urne.
[…] l’operazione era sfilacciata già con il risultato spagnolo, mentre adesso, dopo la Polonia, appare naufragata in modo definitivo […]. […] La questione centrale è il tentativo della leader di FdI di mettere a punto una strategia europea alternativa in tutto o in parte all’asse che guida l’Unione. Sotto questo aspetto la Polonia di Morawiecki rappresentava l’alleato più gradito: filo-atlantico senza esitazioni, sostenitore dell’Ucraina […], anti-Putin; contrario all’immigrazione; scettico sull’Europa attuale.
[…] Ora a Giorgia Meloni resta il solo Orbán. Ma come è ovvio non è la stessa cosa: filo-russo laddove la destra italiana è atlantica; con tendenze illiberali che da noi sarebbero improponibili. Tutto questo porta a una conclusione. La premier dovrà decidere cosa fare della sua forza elettorale che resta notevole.
Può insistere sulla linea cosiddetta “sovranista”, ma quel fronte si è disgregato e non esiste quasi più. Vorrebbe dire isolarsi. Oppure può avviare la trasformazione di FdI in un partito di centrodestra stile Popolari europei. Dentro una cornice destrorsa alla Weber, ma non oltre. In quel caso ci sarebbe un futuro, ma la strada non è semplice e richiede di sanare molte contraddizioni lasciate fin qui tra parentesi.
GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI VIKTOR ORBAN LA SCONFITTA DI VOX ALLE ELEZIONI IN SPAGNA - VIGNETTA BY MAURO BIANI meloni orban SAMANTHA VOX - MEME BY EMILIANO CARLI MELONI ABASCAL giorgia meloni viktor orban meme by edoardo baraldi MELONI SENZA VOX - VIGNETTA DI VAURO