(ANSA) - 'Oggi come oggi appoggerei Matteo Renzi, cosi' capace da ottenere alle primarie il 40 per cento del consenso pur avendo contro una parte significativa dell'apparato piu' organizzato del Pd. Matteo rappresenta la fine di una fase storica che si deve chiudere.
MATTEO RENZIIgnazio MarinoMi piacerebbe anche una donna come Debora Serracchiani, unico handicap essere appena stata eletta alla presidenza del Friuli, che conosce l'organizzazione di un partito e ha la carica di umanita' e freschezza. E' ora di andare oltre i leader che appartengono al Novecento'. Cosi', in un colloquio con l'Espresso, in edicola domani, il candidato a sindaco di Roma del centrosinistra Ignazio Marino risponde su chi sara' il suo candidato al congresso del Pd.
E alla domanda su 'come giudica la scelta di Guglielmo Epifani, segretario a tempo', risponde: 'Molto positivamente.
serracchiani defaultSi e' messo subito al lavoro per ricompattare il Pd intorno ai temi che contano davvero: lavoro, casa, diritti. Sta percorrendo la strada che l'elettorato del Pd, anche il piu' allargato, si aspetta dal maggior partito di centrosinistra. Prima di essere eletto, mi ha detto: 'Roma e' una sfida centrale non per te Marino, ma per me Epifani'. Ventiquattrore dopo eravamo a casa sua per definire la strategia. E' riuscito a rimotivare tutto il gruppo dirigente che ha cominciato a spendersi per me, David Sassoli, Paolo Gentiloni, Silvia Costa...'.
Come si salvera' il Pd? 'Cercando di risolvere i problemi delle persone. Introducendo prima di tutto al suo interno la cultura del merito e della competenza. E smettendo di litigare'.