1. SOSTITUIRE BIDEN?
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
«Sono la persona più qualificata per essere presidente degli Stati Uniti, guardate quello che ho fatto». Parola di Joe Biden, alla conferenza stampa improvvisata giovedì scorso. Il presidente era livido per il report del procuratore Robert Hur […] che gettava ombre sullo stato della sua memoria. I suoi toni non sono quelli di qualcuno che sta rinunciando alla corsa alla Casa Bianca.
Il rapporto ha riaperto un dossier – quello sulla salute e l'età del presidente – in realtà mai chiuso. La rivale di Trump per la nomination del Gop, Nikki Haley, ha detto che «entro 30 giorni Biden non sarà più il candidato dei democratici». L'86% - sondaggio della ABC di domenica – non vuole Joe Biden altri 4 anni alla Casa Bianca. Eppure, non ci sono senatori, governatori, deputati influenti che finora abbiano rotto gli argini e pubblicamente detto a Biden di farsi da parte.
joe biden donald trump amiconi secondo l'intelligenza artificiale
Deputati e senatori con cui abbiamo parlato hanno confermato il sostegno a Biden e alla linea della campagna: «La democrazia e i successi del presidente contro il caos dei Maga di Trump», ha commentato Pete Aguilar, numero due democratico alla House.
Rispondendo a La Stampa Nancy Pelosi ha detto: «Vinceremo le elezioni con Joe Biden».
Se dubbi ci sono sulla ricandidatura non sono tali da far emergere un piano B. La verità è che – notava il sito Politico – Biden non sarà il candidato solo se deciderà egli stesso di fare un passo indietro o arriverà un problema di salute.
Non ha guai politici così gravi come fu la guerra in Vietnam per Lyndon Johnson […]. Jimmy Carter invece fu sfidato da Ted Kennedy nelle primarie, ne uscì indebolito e poi perse la Casa Bianca contro Reagan. Biden si trova in un'altra situazione. Ha ottimi rapporti al Congresso e costruito un meccanismo per blindare la nomination.
[…] Biden controlla il DNC (Comitato nazionale democratico), gode di fiducia a livello locale ed è riuscito a far riscrivere il calendario delle primarie a suo vantaggio. […] Biden, decidesse il passo indietro, potrebbe spostare i suoi delegati su altri candidati. Chi? Tre nomi sono i più gettonati: Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, Gavin Newsom della California. Entrambi oggi sono membri del suo comitato elettorale. Il terzo è Jared Polis del Colorado.
La migliore garanzia di restare al suo posto per Biden si chiama Kamala Harris. Nel senso che la sua vice è vista con terrore dai democratici alla guida di un ticket presidenziale. La sua popolarità è al 37,5% persino inferiore a quella di Biden.
Dopo 1119 giorni di presidenza Joe ha il 37,7% di approvazione, peggio fece solo Truman (e fu rieletto). «Silurare Biden per ritrovarsi Harris è l'ultima cosa che i democratici vogliono», confida a La Stampa un membro del partito dietro anonimato.
La suggestione è Michelle Obama. Il suo nome torna ciclicamente evocato come fattore di disturbo dalla stampa conservatrice più che come possibilità concreta. Il New York Post ha raccontato di incontri della ex first lady con potenziali donatori. Michelle non ha mai manifestato interesse per la carriera politica. David Axelrod, stratega di Obama, assai vicino alla famiglia, due giorni fa commentava: «Michelle candidata? Più facile io balli al Bolshoi il prossimo anno».
2. IL RITORNO DI KAMALA HARRIS
michelle obama ospite al podcast on purpose 4
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"
A Kamala Harris manca il carisma. È vero che alcune donne […] dicono che c’è anche una componente di sessismo e di razzismo nei pareri legati all’immagine della prima vicepresidente degli Stati Uniti.
È anche vero che ha commesso errori oggettivi: nel gestire lo scottante dossier dell’immigrazione diede ai giornalisti risposte poco convincenti e, in visita in Guatemala, avvertì i migranti «Non venite», provocando l’ira dei progressisti.
re abdullah di giordania con joe biden
Ma il carisma è cruciale per qualunque presidente degli Stati Uniti, ed è una qualità indefinibile che riconosci quando qualcuno ce l’ha o quando manca. Ed è vero anche che molti vicepresidenti non sono stati carismatici (difficile associare la parola «carisma» a Mike Pence), ma per Harris è diverso perché l’età di Biden, che avrebbe 86 anni alla fine di un ipotetico secondo mandato, fa sì che il suo running mate abbia maggiori probabilità di essere il futuro presidente.
In un’intervista al Wall Street Journal fatta poco prima dell’uscita del rapporto sui «vuoti di memoria» di Biden (e pubblicata subito dopo), le è stato chiesto se, viste le preoccupazioni per l’età del presidente, lei non debba convincere gli elettori che è pronta a occupare questo ruolo. «Sono pronta, non c’è dubbio», ha risposto la 59enne Harris, aggiungendo che chiunque la veda in azione «è pienamente consapevole delle mie capacità di leader».
kamala harris e doug emhoff comprano padelle francesi 2
Già in passato il quotidiano conservatore ha scritto che «un voto per Biden è un voto per Kamala Harris», che è lo slogan di tutti i repubblicani […]. Ma la delusione per Harris è diffusa anche tra parlamentari e donatori del partito democratico, da tempo. Se il tasso di popolarità di Biden è intorno al 40 per cento, quello di Harris è al 38 per cento.
Un anno fa sul New York Times un avvocato della Casa Bianca di Clinton e poi di Obama suggeriva che Biden dovrebbe seguire le orme di Franklin Delano Roosevelt, che nel 1944 fece scegliere il suo vice ai delegati alla convention del partito. Ma in questo dibattito appare spesso un dilemma: rimuovere Harris potrebbe offendere parte dell’elettorato femminile e nero e danneggiare Biden più di quanto non lo danneggerebbe tenerla nel «ticket»?
A soli sei mesi dall’insediamento, la stampa americana si domandava già cosa fosse «andato storto» per Harris. La prima reazione fu di toglierla dai riflettori, ma allora i giornali scrissero che era «sparita».
Adesso è in atto un tentativo di recuperare la sua immagine, sia per aiutare Biden con gli elettori giovani e neri, più progressisti, con cui il presidente ha problemi (anche per via di Gaza), sia perché la stessa vicepresidente possa ingraziarsi un elettorato che sarà cruciale per scegliere il candidato alla nomination democratica nel 2028 (una lista in cui al momento lei non appare in testa).
Il paradosso è che Harris, quand’era candidata alla nomination democratica contro Biden nel 2020 fu il bersaglio proprio dell’estrema sinistra che la definiva una «poliziotta» (contestavano le sue scelte quand’era procuratrice generale della California) e non ha mai davvero voluto rispondere a una domanda: è moderata o di sinistra? Ora è diventata la portavoce della Casa Bianca sull’aborto, uno dei temi su cui i democratici hanno un vantaggio sui rivali […].
kamala harris compra padelle francesi 1
michelle obama ospite al podcast on purpose 6 michelle obama ospite al podcast on purpose 7 gavin newsom