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Si era davvero offeso, papa Bergoglio, quando il presidente colombiano Evo Morales gli regalò l’ormai famoso crocifisso su falce e martello. Ma poi esponenti della curia locale, probabilmente i gesuiti stessi, hanno spiegato al pontefice il vero significato di quella bizzarra scultura e Francesco ha cambiato idea.
In Vaticano raccontano com’è andata veramente. Quando Morales porge il crocifisso al Papa, il capo della Chiesa di Roma resta totalmente basito e le foto ufficiali scattate nell’occasione mostrano tutta la freddezza di Francesco. Sulle prime ha pensato a una mezza provocazione di Morales per farsi pubblicità con un dono oggettivamente bizzarro e dal significato quasi propagandistico. Di qui la decisione di lasciare il dono in Bolivia alla chiesa locale e di farlo sapere, tanto per far capire al presidente boliviano che aveva avuto una pessima idea a fare lo spiritoso.
Poi però è successo qualcosa. I gesuiti spiegano a Francesco che il crocifisso era opera del confratello padre Espinal e gli hanno trasmesso l’interpretazione autentica. Nessun ardito sincretismo e nessuna velleità di propaganda marxista. Pare che Espinal abbia voluto rivolgersi ai contadini comunisti e abbia voluto dire loro che il marxismo non è un punto di arrivo, ma una delle tante strade che possono e devono portare a Cristo. Insomma, l’opera avrebbe intenti pedagogici e di professione cristiana. Per questo, da quella falce e martello “sboccia” la croce.
L’interpretazione, e lo spirito dell’artista, sono molto piaciuti a Bergoglio che a quel punto ha cambiato idea e ha deciso di portare il singolare dono con sé, a Roma. Mistero dunque risolto. Resta solo da capire se anche Morales conoscesse il reale significato di quel crocifisso.