Valentina Conte per la Repubblica - Estratti
«Se il Superbonus si fosse chiuso al 31 dicembre 2021, come avevamo previsto nella norma originaria del governo Conte II, non ci sarebbe stato alcuno sforamento rispetto alle previsioni: anzi saremmo stati anche sotto lo stanziamento. E le proroghe le hanno volute tutti, anche chi è oggi al governo». Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, era ministro dell’Economia in quell’esecutivo Pd-M5S guidato da Giuseppe Conte che nella primavera del 2020 varò il Superbonus.
Sindaco, il ministro Giorgetti dice che i governi precedenti hanno organizzato la cena e ora lui paga il conto. Si sente responsabile del suo mal di pancia?
«Occorre contestualizzare. Il Superbonus era una misura fortemente richiesta dal partito di maggioranza relativa, i 5 Stelle, ma purché circoscritta aveva una sua ratio. Eravamo in piena pandemia, il Pil a picco, il Pnrr già ottenuto ma non operativo prima di due o tre anni. Dopo i ristori serviva una spinta anti-ciclica immediata per spingere gli investimenti e far ripartire un’economia al collasso. Di qui il potenziamento di Industria 4.0 e il Superbonus, che nasce come misura eccezionale in un momento eccezionale: con paletti, una scadenza e non si applicava alle seconde case».
Poi però è cresciuto a valanga, oltre i 100 miliardi. Si poteva prevedere?
GIUSEPPE CONTE E ROBERTO GUALTIERI ALLA. MANIFESTAZIONE DELLA CGIL
«Ricordo che in Parlamento tutti i partiti, anche chi oggi è al governo, volevano sempre di più, estensioni sia di platee che temporali. Ci fu un negoziato politico tesissimo. Alla fine il Parlamento varò una prima proroga al giugno del 2022, e una seconda ancora più ampia durante il governo successivo portò alcuni interventi alla fine del 2023. Il Parlamento allargò anche il perimetro alle seconde case unifamiliari, riuscimmo a fermare solo ville e castelli. Occorre quindi distinguere tra la misura originaria, che ha finanziato investimenti green di efficientamento energetico in un momento di crisi, e la sua progressiva dilatazione».
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È d’accordo con l’ex premier Conte, quindi.
«Conte ha ragione nel dire che il Superbonus ha contribuito alla crescita, non quando contesta il fatto che le proroghe ne hanno fatto lievitare eccessivamente il costo. Su questo ci fu uno scontro perché ritenevo che la misura dovesse chiudersi a fine 2021. Era adeguata in un momento di crisi senza precedenti, ma esagerata con la ripartenza dell’economia. Ho trovato un’opposizione fortissima e non solo dei Cinque Stelle».
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IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO
Pensa che l’allarme lanciato oggi dalla premier Meloni e dal ministro Giorgetti sul Superbonus sia un alibi per giustificare la difficoltà a trovare fondi per la manovra?
«Esiste senza dubbio un costo superiore alle previsioni del Superbonus, dovuto alle proroghe insensate. Anche se la spesa netta è almeno la metà di quanto si dice perché comunque c’è stato un effetto di trascinamento sull’economia, in termini di Pil, occupazione e maggiori entrate.
E buona parte delle frodi, grazie alle nuove norme e all’azione della Guardia di Finanza, sono state sventate. Detto questo, non si possono scaricare sul Superbonus responsabilità che non ha. Non può essere un alibi rispetto alla necessità di realizzare le riforme e gli investimenti del Pnrr e di attuare una maggiore equità fiscale e distributiva e una seria lotta all’evasione».
GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE