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Voci dalla piattaforma Rousseau. Nel Movimento Cinquestelle è generalizzato lo scontento verso la leadership di Luigino Di Maio. Almeno nelle confidenze e nei retroscena che i parlamentari grillini affidano a cronisti e portavoce. Il loro fastidio, però, è solo di facciata. O comunque molto ridimensionato dalla certezza di incassare ogni mese un lauto stipendio.
Alla prova del nove, sussurrano gli “addetti ai livori”, nessun eletto del M5s oserà mai rivoltarsi in armi contro i vertici con il rischio di perdere stipendio e scranno. Anche perché la triade Di Maio-Casalino-Casaleggio ha già mostrato il suo pervasivo potere.
Ne ha fatto le spese Alessandro Di Battista. Richiamato dal Sudamerica per risollevare le sorti del Movimento, il “Che Guevara di Roma nord” ha toppato le apparizioni tv e ha dilapidato gran parte del suo credito politico. La triade grillina, constatato il flop, ha messo alle stretta “Dibba”: ti offriamo un posto al Parlamento europeo in cambio del tuo silenzio sulla politica italiana. Il grillino, offeso e indignato, ha scelto “l’esilio” ed è pronto a partire per l’India…
Caso Sarti. Vuoi vedere che i giornali hanno offerto ai loro lettori una versione della storia molto diversa dalla realtà? E se le foto hot di Giulia Sarti fossero state rimesse in circolazione per offrirla all’opinione pubblica come martire di “revenge porn” e spostare così l’attenzione dal caso Rimborsopoli, evitando l’inevitabile espulsione? Si sussurra che la deputata grillina non sia poi così in urto con Casaleggio e Casalino. Anzi...
La domanda che circola insistentemente è: chi ha consigliato alla Sarti di installare le telecamere per riprendere h24 gli incontri politici nella sua abitazione? Quelle registrazioni, per caso, servivano a controllare le riunioni e fare così uno "screening" dei parlamentari fedeli e dei potenziali dissidenti? Ah, saperlo…
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