L'ALLENATRICE VA A PROCESSO PER UNO SCHIAFFO A UNA GINNASTA DI 8 ANNI – MOIRA FERRARI, DIRETTRICE DELLA “GYMNASIUM” DI TREVISO, HA COLPITO LA BAMBINA DURANTE UN ALLENAMENTO E POI SI È GIUSTIFICATA: “L'HO FATTO PER EVITARE CHE SI INFORTUNASSE CADENDO DI NUOVO DALLA TRAVE” – IL PM NON HA CREDUTO ALLA COACH E L'HA RINVIATA A GIUDIZIO PER ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE – È IL PRIMO CASO A FINIRE IN AULA DA QUANDO LA GINNASTICA RITMICA ITALIANA È STATA TRAVOLTA DALLE DENUNCE DI MALTRATTAMENTI DI ATLETE…

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Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”

 

MOIRA FERRARI MOIRA FERRARI

Il pubblico ministero non le ha creduto: quello schiaffo inflitto a una ginnasta di 8 anni «in virtù dell'affetto che provavo per lei, per attirarne l'attenzione ed evitare che si infortunasse cadendo di nuovo dalla trave» non era a «fin di bene». Lo schiaffo è costato a Moira Ferrari, direttrice della Gymnasium di Treviso e coach di livello nazionale, un rinvio a giudizio per abuso dei mezzi di correzione, il primo da quando la ginnastica ritmica italiana è travolta dalle denunce di maltrattamenti di atlete ed ex atlete.

 

Dopo l'iscrizione nel registro degli indagati a Monza di Emanuela Maccarani, direttrice dell'Accademia di Desio, la casa delle Farfalle azzurre, e della sua assistente Olga Tishina, comincia altro procedimento per accertare i fatti in sede penale. L'episodio in Veneto risale al 2017, il processo comincerà il 16 ottobre con i genitori (che avevano raccontato la vicenda al Corriere , portando la testimonianza di altre ragazze) che si costituiranno parte civile.

 

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Ferrari, direttrice tecnica di una società tra le più vincenti in Italia, che si definisce «personal coach del benessere» sui suoi profili social, ha spiegato ai magistrati che i genitori della bimba «con cui mi ero scusata formalmente sono venuti meno alla loro parola e anziché ricomporre la questione» l'hanno denunciata alla giustizia sportiva e penale.

 

La procura sportiva - ricevuto il dossier che il padre aveva raccolto - aveva invece concesso alla coach di patteggiare un solo mese di squalifica, senza neppure ascoltare i testimoni. Eppure i vertici federali erano stati informati di quello che succedeva: prima di dimettersi per protesta un socio della Gymnasium aveva infatti riferito per iscritto al presidente Gherardo Tecchi «comportamenti in contrasto con il codice etico messi in atto dalla allenatrice Moira Ferrari nei confronti di piccole atlete e in particolare di violenze fisiche e psicologiche».

 

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Tecchi non rispose mai alla lettera e i fatti, sul piano sportivo, sono ormai prescritti. La Gymnasium era stata oggetto di un'indagine giudiziaria nel 2012 dopo che tre ex allieve avevano denunciato comportamenti violenti da parte degli allenatori.

 

C'è attesa, intanto, per le decisioni della Procura della Federginnastica che domani, dopo due mesi di audizioni, notificherà i provvedimenti adottati nei confronti delle allenatrici di Desio. Il loro deferimento potrebbe costringere la federazione (già nel Consiglio del 12 gennaio) a rivoluzionare i ruoli tecnici che scadrebbero dopo i Giochi di Parigi 2024 mentre alcuni consiglieri sarebbero pronti a chiedere le dimissioni al presidente Tecchi (in carica dal 2016) o il commissariamento da parte del Coni.

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