Matteo Pinci per la Repubblica - Estratti
Per Abodi la questione è diventata quasi la partita della vita. La riforma che punta a mettere in mano al governo i controlli economico finanziari sulle società di calcio e basket rischia di trasformarsi in una trappola.
Quel testo, così com’è stato scritto, non funziona. E anche nel governo c’è chi inizia a smarcarsi da quella presa di posizione, da quell’intenzione che Abodi ha deciso di intestarsi e di difendere a ogni costo. Anche per questo c’è chi dal testo prende le distanze, all’interno della maggioranza: chi disconoscendone la paternità. Chi contattando le squadre per dire che non sosterrà quella riforma a ogni costo. Perché dei punti deboli li ha: prima di tutto, l’inspiegabile carattere di urgenza. A ben guardare, l’unico motivo per sostenerlo sembra rafforzare la posizione di Abodi, non proprio un intoccabile tra i ministri del governo Meloni.
La vera domanda è: cosa dirà il ministro per lo sport alle squadre? Il tavolo di discussione con calcio e pallacanestro l’ha convocato alla fine per il pomeriggio di domani: appuntamento alle 15.30 al ministero, un invito lo hanno ricevuto il presidente del Coni Malagò, i presidenti della Federbasket Petrucci e della Federcalcio Gravina e poi delle Leghe Serie A di basket e calcio Gandini e Casini. Ma anche i numeri uno della Serie B, della Lega Pro, dei dilettanti e di calciatori, allenatori e arbitri.
Abodi dovrà prima di tutto esplicitare quali sono le sue intenzioni: ha annunciato modifiche a quel testo infelice che avrebbe voluto tenere segreto ma che da venerdì è finito sugli schermi di tutto lo sport professionistico (e non solo) italiano. Ma dovrà anche ascoltare. perché il suo documento ha dei punti deboli, anche sotto il profilo giuridico. E il calcio sta preparando una serie di obiezioni a cui dovrà rispondere.
Quello che però resta il vero vulnus è proprio la questione dell’urgenza. Un decreto — anzi, un decretino — sul calcio come quello che ha annunciato Abodi ha bisogno di essere sostenuto da una motivazione di urgenza che fatica a trovare sostegno. E quindi? Da ore, sta maturando anche nelle squadre del campionato di calcio una convinzione: che la riforma slitterà almeno a settembre
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