Sedici mesi di inibizione e 60 mila euro di ammenda. È la sentenza ai danni di Andrea Agnelli, immediatamente esecutiva, appena pronunciata dal tribunale federale presieduto da Carlo Sica per il secondo filone figlio dell’inchiesta Prisma che riguarda in particolare le manovre stipendi della Juventus relative alle stagioni 2020 e 2021.
Juve, la sentenza sulla nuova squalifica di Agnelli
Durante l’udienza di questa mattina in via Campania, il procuratore federale Giuseppe Chiné aveva chiesto per Agnelli 20 mesi di squalifica, da aggiungere ai 2 anni già comminati e confermati dal collegio di Garanzia dello sport per il caso plusvalenze. Per il secondo filone d'indagine Agnelli era rimasto l’unico imputato dopo i patteggiamenti (con multe) dello scorso 30 maggio per gli altri dirigenti deferiti.
L'ex presidente non aveva accettato l'accordo con la procura, che prevedeva la rinuncia a tutti i reclami, e domani tornerà in udienza al Tar con la speranza di veder ribaltato il verdetto sulle plusvalenze. In attesa della pronuncia del giudice amministrativo, il totale della squalifica di Agnelli è arrivato a 3 anni e 4 mesi (2 anni per le plusvalenze, 1 anno e 4 mesi per gli stipendi).
Il comunicato della Figc su Agnelli
Di seguito il comunicato della Figc sulla nuova squalifica di Agnelli, arriva dopo l'udienza di primo grado del secondo filone dell'inchiesta Prisma: "Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Carlo Sica, ha sanzionato l'ex presidente della Juventus Andrea Agnelli con un'inibizione di 16 mesi e un'ammenda di 60mila euro in merito al procedimento avente ad oggetto le manovre stipendi, i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club".
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