VIDEO MEME SU DIEGO SIMEONE E LA JUVENTUS
Francesco Persili per Dagospia
Come il pugno di Freddie Mercury che squarcia il cielo di Wembley. Il gesto da rocker di Simeone che si agguanta il pacco e lo esibisce al delirio del Wanda Metropolitano è più di un manifesto. “Non ce l’avevo con la Juve ma l’ho fatto per mostrare ai nostri tifosi che abbiamo i cogl… “
E’ il “Cholismo” che si fa carne, spirito, orgasmo. Una sintesi iconica che brucia di passione feroce, cappotti sbagliati, sforzi non negoziabili (“successo viene prima di sudore solo sul dizionario”) e entusiasmo sbattuta in faccia a chi arriccia il nasino e piega la boccuccia in una smorfia di disgusto.
È l’autografo di un’anima, non l’esultanza di un troglodita o un’esibizione di sessismo. L'argentino si era prodotto nella stessa scenetta dopo la vittoria a Bologna per 2-3 della Lazio, nell’anno dello scudetto biancoceleste e aveva replicato qualche mese più tardi al termine del famoso derby in cui Castroman segnò il gol del pareggio al 90esimo minuto. È la summa di un pensiero (verticale) che si nutre di adrenalina e carisma, sofferenza (ché “nelle difficoltà si diventa migliori”) e senso di appartenenza.
Senza scomodare i tempi del Grande Torino con Valentino Mazzola che si tira su le maniche e dà simbolicamente inizio al quarto d’ora granata e a una riscossa che trascende l’aspetto sportivo, si possono richiamare le pose sciamaniche di Mourinho che mandò in sollucchero Moratti e gli interisti tutti con il gesto delle manette, lo sceriffo Capello che dà la caccia ai tifosi sul prato dell’Olimpico nel giorno del terzo scudetto della Roma, il lancio dello scarpino di Sir Alex Ferguson, il sangue di Conte per eccesso di esultanza, le testate di Radice e quelle di Spalletti (al tavolino), il lancio del cappotto di Allegri: ogni grande allenatore è un mattatore ed esprime se stesso nei gesti. Gattuso giustifica il Cholo: “Quando uno è sanguigno, può capitare”. Ancelotti che ai tempi del Real contro i materassai di Madrid vinse la “Decima” concede: “L’Atletico? Spero che possa un giorno vincere la Champions. Era un avversario tosto e continua ad esserlo”. Una squadra a immagine e somiglianza del suo allenatore.
Ecco perché nel caso di Simeone, in quella strizzata di palle c’è di più, il senso profondo di una filosofia di gioco e di vita. Coraje y corazon y huevos. Coraggio, cuore e palle. Ma non solo. Organizzazione tattica evoluta (“L’Atletico fa giocare male gli avversari”, secondo il commentatore di “Sky Sport” Lele Adani) e totale indisponibilità a darsi per vinti. “Il cholismo è tutto per l’Atletico Madrid”, spiega il presidente del club Enrique Cerezo. Un canone estetico, una educazione sentimentale. La storia di chi parte con i sfavori del pronostico e si trova a sovvertire una gerarchia, un destino, un finale già scritto. Con il fuoco negli occhi, lo spirito indomito e sempre lo stesso cappotto sbagliato.
2. SIMEONE, IL GESTACCIO E UN COPIONE PERFETTO
Giampiero Timossi per il Corriere della Sera
Evviva il «cholismo», abbasso il sessismo. Diego Simeone (detto El Cholo) è un uomo adulto di 48 anni che allena l' Atletico. Grazie alla sua idea di calcio ha strapazzato due sere fa, a Madrid, il collega Allegri e la Juventus di Ronaldo. Questo è solo (grande) calcio.
Poi è bastato un istante per commettere un errore imperdonabile. Dopo il gol dell' 1-0, Simeone si è rivolto al suo pubblico con un gesto che è sicuramente meno elegante del look dell' allenatore, molto «Scarface». L' abbigliamento non importa, al massimo una questione di stile. La mano portata sui genitali è sostanza, volgarità.
Soprattutto dopo aver ascoltato la giustificazione dell' argentino: «Non è un gesto bello, però me lo sentivo e comunque mi scuso. L' avevo già fatto da giocatore, durante un Lazio-Bologna. L' ho ripetuto per far vedere ai nostri tifosi che abbiamo gli attributi».
Sessismo, appunto.
La definizione è chiara: tendenza a valutare la capacità o l' attività delle persone in base al sesso ovvero ad attuare una discriminazione sessuale.
Enrique Cerezo, presidente dell' Atletico, era troppo felice per essere lucido: «Il "cholismo" è tutto l' Atletico Madrid. Quel gesto è dovuto a un momento di grande tensione, lo comprendo e non lo condanno». Il figlio, Giovanni Simeone (detto il «Cholito»), 24 anni, attaccante della Fiorentina, ha sorvolato sull' argomento genitali del genitore: «Ho sentito papà, è contento non solo per la vittoria sulla Juve, ma anche per aver rinnovato il contratto con l' Atletico».
È il trionfo del «cholismo». La sconfitta dei social è invece nelle minacce inviate via Instagram da alcuni pseudo-tifosi della Juve alla piccola Valentina, la figlia del «Cholo» nata l' 11 febbraio: anche qui non è questione di stile, ma pura vergogna. Dalla realtà virtuale a quella del campo, chiude Rino Gattuso, allenatore del Milan: «Il gesto non è bello, ma quando uno è sanguigno e vive le partite in un certo modo...». Se uno vive in un certo modo, può cambiare. Almeno se sbaglia.
Niente errori, invece per il gioco espresso dall' Atletico: i dogmi del «cholismo» sono stati rispettati alle perfezione. Questo rende ancora più inspiegabile la sorpresa di Allegri. Eppure Simeone non si fida: «Un gol a Torino lo facciamo, poi si vedrà, ma ora abbiamo anche noi il nostro cinquanta per cento». Il «Comandante Cho» mette a punto il piano della battaglia (verso la) finale: 12 marzo, Allianz Stadium, Juve-Atletico, dentro o fuori. Con o senza Simeone, che presto saprà se quel gesto gli costerà una squalifica. Intanto i pensieri restano al Wanda Metropolitano: «Il gol di Morata era valido, mi ha detto di essersi solo protetto con la mano, perché se Chiellini lo avesse colpito gli avrebbe rotto un piede». Due gol e due mani di troppo.
antonio conte sangue dopo il gol antonio conte sangue della patria
3. ATLETICO MADRID-JUVENTUS, QUEL TROGLODITA DI SIMEONE
Fabrizio Bocca per repubblica.it
PENSO che Diego Simeone sia un grande allenatore, un leader come nessun altro. Un vincente, un motivatore unico al mondo e col passare degli anni anche più evoluto del Jurassic Football che gli veniva sempre rinfacciato. Però uno che festeggia in quel modo così volgare un gol fatto dai suoi giocatori è anche un troglodita maleducato che dovrebbe essere squalificato pesantemente.
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