Filippo Bonsignore per www.corriere.it
Conte-Tottenham, non si fa. Niente ritorno in Premier League (almeno per ora) per l’ex tecnico dell’Inter, che sembrava pronto a ripartire immediatamente dopo il trionfo e l’addio con i nerazzurri. E, invece, il matrimonio con gli Spurs non si celebrerà, a meno di colpi di scena. Sembrava tutto pronto per il lieto fine; al contrario, la trattativa si è via via arenata, fino a saltare.
Le ragioni
A pesare sono stati i dubbi di Antonio che, nonostante la volontà di una nuova esperienza in Inghilterra dopo i due anni al Chelsea, non è apparso convinto del progetto del club londinese. Il Tottenham, settimo nell’ultimo campionato, è rimasto fuori dall’Europa dei grandi: ripartirà infatti dalla neonata Conference League. Conte nutriva dubbi sulle reali potenzialità della squadra e sulla sua competitività al cospetto di Manchester City, Manchester United, Chelsea e Liverpool.
Per lui era fondamentale poter avere subito una chance di competere per il successo. La situazione economica del Tottenham, appesantita dall’ingente investimento per il nuovo stadio e dalla pandemia, non avrebbe permesso un mercato adeguato. In più, Harry Kane, la stella degli Spurs, ha fatto capire chiaramente di essere stufo di non vincere e di essere attratto dalle sirene dei Citizens e del Real Madrid. Se si aggiunge lo scoglio sulla composizione dello staff che Conte avrebbe potuto portare con sè (non più di 4 fedelissimi), il quadro è completo.
Niente tandem con Paratici
Niente Tottenham, quindi. Non si ricostituirà il tandem con Fabio Paratici, ex responsabile dell’area tecnica della Juve con cui aveva lavorato dal 2011 al 2014. Paratici, che ha salutato venerdì la società bianconera, è ad un passo dalla firma con gli Spurs. E ora Conte che cosa farà? «Sono una persona che non si accontenta delle situazioni ‘comode’.
E l’Inter rappresenta la decisione più difficile - ha spiegato a Dazn -. Dove mi vedo tra cinque anni? Mi piacerebbe fare delle esperienze all’estero, magari in America». Per il futuro a più breve termine, non è da escludere un anno sabbatico per ricaricarsi dopo l’esperienza nerazzurra. Le panchine dei top club, infatti, al momento sono tutte occupate. In attesa che si liberi un posto...