Si van Gaal ngomongin Messi di belakang, eh giliran di samperin gak berani ngomong ?pic.twitter.com/WbTCQIklBN
— dennis (@txtdaridennis) December 10, 2022
Salvatore Riggio per corriere.it
Sarebbe dovuta essere una meravigliosa partita di calcio, e non si può dire che non lo sia stata, ma alla fine ne è venuta fuori una vera e propria battaglia fisica e psicologica. A festeggiare è l’Argentina, capace di eliminare l’Olanda, squadra ben messa in campo che in questo Mondiale qualcosa di interessante ha saputo mostrare. Ma al di là di come sia andata la trama di oltre due ore di match, resterà nella storia quanto accaduto tra Lionel Messi e Louis Van Gaal . Tra loro è successo davvero di tutto.
Autore di un gol e un assist, la Pulce si è preso la sua personalissima rivincita sul c.t. Orange (con tanto di felicità anche di Angel Di Maria, un altro al quale il tecnico olandese sta piuttosto antipatico, visti i trascorsi, o dovremmo dire i non trascorsi, al Manchester United nel 2014-2015), andandogli incontro a fine partita per salutarlo, a modo suo: «E adesso non parli più?», gli ha detto. Con tutti i collaboratori di Van Gaal che hanno cercato di far ragionare Messi, compreso Edgar Davids, uno che in campo non aveva molta diplomazia e che non ha avuto problemi a mostrarsi in mezzo al parapiglia tra le due squadre dopo il fallo di Paredes su Ake.
Riavvolgendo il nastro della diatriba, tutto ha avuto inizio con le frasi alla vigilia del c.t. dell’Olanda, che ha ricordato la sconfitta ai rigori di Brasile 2014 proprio contro l’Albiceleste, in semifinale: «Messi è un giocatore che può decidere una partita con una sola iniziativa individuale, ma in quel match del 2014 non toccò un pallone e quando non tocca un pallone è come avere un uomo in meno. E non si può considerare un leader». Parole molto forti, che hanno infiammato il match. E la Pulce se l’è legate al dito. Ha regalato l’assist per il vantaggio di Molina e ha firmato il raddoppio (diventando l’argentino con più gol ai Mondiali) trasformando il calcio di rigore. E la sua esultanza è stata provocatoria: ha mostrato le orecchie quasi in segno di sfida davanti alla panchina olandese: «Non mi piace che si parli prima delle partite, tutto questo non fa parte del calcio. Io rispetto tutti, ma mi piacerebbe essere rispettato e Van Gaal non lo ha fatto con noi», ha poi detto Messi al termine del match.
E ancora: «Van Gaal dice che l’Olanda gioca un buon calcio, ma invece ha messo gente alta davanti da raggiungere con palle lunghe. Ero arrabbiato perché un allenatore come Van Gaal, con l’esperienza che ha accumulato negli anni in panchina, non doveva fare quelle dichiarazioni, non le ho trovate giuste», rincarando la dose. E all’Albiceleste non sono andati giù né il maxi recupero (l’ennesimo di questo Mondiale) di 10’, né il pareggio dell’Olanda, arrivato oltre i 600 secondi di extra time. La posta in palio era troppo importante. E la gioia di Messi, che insegue un titolo che non ha mai vinto e l’Argentina sogna da Messico ’86, è da prima pagina. Una rivincita su Van Gaal immaginata, forse, proprio così.
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