Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
La curiosità di voler scoprire qualcosa di nuovo, la fiducia di partire con lo scudetto sul petto, l'incognita di un passato pesante, da gestire e difendere, ma da lasciarsi alle spalle. Simone Inzaghi presenta la nuova Inter, carica di aspettative, ambiziosa, senza la veste di favorita. La parola scudetto il nuovo tecnico non la pronuncia mai, preferisce la formula «obiettivi ambiziosi» e garantisce che «a fare la differenza saranno le motivazioni: sono fiducioso».
Per l'esordio con il Genoa i nerazzurri ritrovano il pubblico, dopo oltre un anno di vuoto. Sono attesi a San Siro un po' meno di 30 mila tifosi, speranzosi di vedere subito come Edin Dzeko si è calato nel ruolo che fu di Lukaku. «La sua è stata una partenza inaspettata, le cessioni servivano per mettere in sicurezza il club», ha ammesso Inzaghi. Il pensiero non si discosta da quello del vicepresidente Javier Zanetti, schietto nel sottolineare che «ai tifosi non bisogna mentire, per l'Inter sarà una stagione difficile e complicata».
Esplicito il riferimento alle incognite legate alla proprietà di Suning, vera spada di damocle sulla nuova stagione nerazzurra che inizierà senza Lele Oriali. Dell'esonero del dirigente si sapeva da tempo, ora è ufficiale. Zanetti lo ha ringraziato sui social: «Perdiamo con grande dispiacere un vincente». Un messaggio che non è piaciuto alla proprietà. Il primo ballo di Simone sarà una prova generale per vedere com' è cambiata l'Inter e qual è la nuova impostazione tecnica, tattica e, perché no, mentale.
«Dzeko è stata una mia richiesta, Calhanoglu lo conosciamo bene, Dumfries è molto interessante, avrà bisogno di tempo per ambientarsi». Il sipario s' alza senza lo squalificato Lautaro e con cristallo Sensi a supporto di Dzeko, su cui graverà il peso dell'attacco. «Arriverà un'altra punta a completare il reparto», conferma Inzaghi. L'ad Marotta e il ds Ausilio sono in discorsi avanzati con i tedeschi del Borussia Monchengladbach per Marcus Thuram, si può chiudere a inizio settimana per 25 milioni. L'alternativa è il laziale Correa.
Inzaghi è un realista pieno di fiducia nella sua creatura, non è un illuso, forte di «un grande rapporto con la società». È cosciente dell'opportunità, «quando ho accettato l'Inter, sapevo sarebbe stata una sfida importante, anche per me. Sappiamo ci saranno difficoltà». Sa pure che davanti all'Inter ci sono altre squadre. «Dopo le partenze di Hakimi e Lukaku un po' me lo aspettavo che non ci vedessero più come favoriti».
Le soluzioni tecniche ci sono, la necessità aguzza l'ingegno e le avversità possono cementare in fretta il gruppo. È stata una delle chiavi del successo l'anno passato, potrebbe esserlo ancora se «saremo capaci di restare uniti e andare tutti dalla stessa parte». La concorrenza è agguerrita, l'Inter da completare con il poco messo a disposizione dal presidente Steven Zhang, Inzaghi è pronto a giocarsi la sua chance.
«Fare griglie di partenza o proclami mi risulta difficile. Ci sono sette squadre attrezzate, l'Inter ha motivazioni da vendere e sarà importante partire bene». Il Genoa di Ballardini è il solito cantiere agostano. Per l'Inter la partenza è morbida, Inzaghi vota la fiducia alla squadra campione d'Italia.
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