UNA BOMBA SUL CALCIO ITALIANO - IL GOVERNO BLOCCA LA MAXI-SANATORIA FISCALE: NIENTE DILAZIONI AI CLUB - LA CIFRA IN BALLO È ALTISSIMA: CIRCA 600 MILIONI DI EURO TRA TASSE E CONTRIBUTI PREVIDENZIALI. DUE SOCIETA’ A RISCHIO FALLIMENTO - QUATTRO CLUB HANNO CONGELATO TUTTI I VERSAMENTI: LAZIO (CHE HA UN DEBITO ATTORNO AI 40 MILIONI), TORINO, VERONA E SAMPDORIA – IL MINISTRO ABODI: “IL CALCIO NON È UN MONDO A PARTE, NON C'È ALCUNA RATEIZZAZIONE SUL TEMA”

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Estratto da il Messaggero

 

Pace fiscale per il pallone?

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Non se ne parla. Il governo chiude la porta in faccia alle società professionistiche del calcio italiano a caccia del gol risolutivo capace di tirarle fuori, almeno per il momento, da un bel guaio tributario. Con diversi interventi legislativi, negli ultimi 3 anni, lo Stato ha sospeso i versamenti delle ritenute Irpef sugli stipendi, i contributi previdenziali e l'Iva. Una scelta originata dalla volontà di alleviare le difficoltà dei club, già in crisi da tempo, e angustiati dal calo dei ricavi prodotto dalle restrizioni anti Covid. Vale a dire stadi chiusi, tornei fermi o a singhiozzo con tracollo del giro d'affari.

 

La moratoria fiscale, però, sta per terminare e, secondo le attuali norme, le società di A, B e Legapro andranno saldare tutti i debiti entro il prossimo 22 dicembre. Un incubo per le società di calcio professionistico che, tranne pochissime eccezioni, tra le quali la Fiorentina, si sono avvalse di questa possibilità.

 

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I NUMERI La cifra in ballo è altissima, circa 600 milioni di euro complessivi (a fine aprile la cifra cumulata era di 444 euro, inevitabilmente saliti nel resto dell'anno) tra tasse e contributi previdenziali e, secondo quanto filtra, il versamento entro fine anno manderebbe in default almeno un paio di società. Quattro club hanno congelato tutti i versamenti: Lazio (un debito attorno ai 40 milioni), Torino, Verona (17) e Sampdoria (le ultime due in grande difficoltà). Ma in coda ce ne sono anche altre in A per arrivare alla somma di 600 milioni.

 

La Roma è a quota 38 milioni, ma avrebbe già accantonato in bilancio le risorse finanziarie per regolare subito i debiti con l'erario. Da settimane i club, con il presidente della Lazio, Claudio Lotito (che è anche vicepresidente della commissione Bilancio del Senato) in testa, premono sulle istituzioni politiche per trattare una ulteriore tregua fiscale. Ma dal governo, ieri, è arrivato un primo no.

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LE LINEE GUIDA A poco più di un mese dalla sua nomina a ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi ha infatti presentato alla Commissione Cultura le linee programmatiche del suo dicastero per i prossimi 5 anni e ha parlato di tutto ma in particolare proprio per richiesta della Serie A di una proroga per pagare i debiti. Una richiesta che non trova accoglienza da parte del governo perché, ha detto Abodi, «il calcio non è un mondo a parte, la posizione che abbiamo assunto è nota: non c'è alcuna rateizzazione sul tema, ma solo un differimento tecnico dei termini dal 16 al 22 dicembre».

 

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